Clint Eastwood: "Giurato numero due"

L'immarcescibile Clint Eastwood, all'alba dei suoi 94 anni, ha fatto uscire il suo nuovo film: "Giurato numero due". A vederlo così come è ora: esile e terribilmente invecchiato, risulta difficile pensare che sia lo stesso Clint di trenta - quarant'anni fa, l'epoca che lo vide partner della bravissima e bella Meryl Streep ne "I ponti di Madison County" e - tre anni prima:1992-  in quello che molto probabilmente resterà il suo ultimo western: "Gli spietati". O, addirittura, nel ruolo del duro per antonomasia Ispettore Callaghan, che ha la pistola facile con i criminali che ammazzano facile, abbattendoli a colpi di 44 Magnum. Sarebbe interessante vederli in azione così come al giorno d'oggi sono: lucidi di mente ma lenti e macilenti nel fisico, con ancora il desiderio di amare nonché di uccidere i cattivi, nella speranza ahimè quanto vana che bastino alcuni colpi di ramazza per rassettare le cose. È questo un tipico sentimento americano, l'illusione che il mondo sia diviso o suddiviso in buoni e cattivi, in bianchi e neri. Forse è per questo che spesso i poliziotti statunitensi ingrandiscono a dismisura i reati dei delinquenti neri fino a provocarne la morte per asfissia? Quasi che un nero in loro presenza dovesse trattenere il respiro per poi emettere: a fermo concluso, un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo. I neri che hanno lasciato l'Africa non certo per loro scelta, ma perché vi erano stati prelevati a forza e poi destinati al Sud degli Stati Uniti affinché lavorassero nelle piantagioni di cotone, senza paga e sotto la frusta dei guardiani pronta a scattare al minimo segno di ribellione. Ma dopo la guerra di secessione che ridiede la libertà alla manovalanza nera, non molto è cambiato per loro, e se non hanno avuto la fortuna di diventare artisti con la A maiuscola, in genere nel campo musicale, la situazione loro è sempre grigia. Come la materia omonima del cervello che molti bianchi non possiedono. Nel Sud degli States la vita è spesso messa a repentaglio dal Ku-Klux-Klan, composto da bianchi incappucciati con il cervello decomposto dall'odio razziale che sono soliti impiccare i neri a un albero che non è certo per loro l'albero della cuccagna. Ora che al comando del vapore c'è lo stesso uomo di pochi anni fa, che ha già ripercorso le sue stesse orme di allora ritirando il Paese dagli accordi di Parigi, e che ancora non è riuscito - come tronfiamente affermava - di essere in grado di riportare Putin alla ragione nonché alla sua regione di provenienza, che altro succederà?
Antonio Mecca

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