Com'è bella Milano
- 27 ottobre 2018 Cultura
Gentili lettori eccomi a voi con le proposte per il mese di novembre. Come già detto in precedenza, con l'accorciarsi delle giornate i nostri percorsi si dipaneranno lungo le zone più centrali della nostra bella Milano. L'itinerario che vi consiglio riguarda le tre chiese che troveremo in via Torino.
Cominceremo dalla chiesa carolingia di San Satiro, un piccolo gioiello del Bramante, che presenta una falsa prospettiva in stucco e terracotta. Il grande architetto che vi lavorò dal 1478 al 1483, si servì per l'operato decorativo della chiesa dell'aiuto di Agostino de Fundutis, che creò nella splendida sagrestia ottagonale medaglioni dei profeti in terracotta colorata a tinta bronzea. L'opera più bella che ha lasciato il De Fundutis è il gruppo di quattordici statue di dimensioni naturali che formano il Compianto sul Cristo morto nella Cappella della pietà (1483). Al suo interno, nelle volte, interessanti affreschi di stile bizantineggiante. L'esterno mostra la complessa decorazione con elementi di rifacimento risalenti al '400. Subito dietro si trova il campanile preromanico, databile tra la fine del X e l'XI secolo, che, insieme a quello dei Monaci di Sant'Ambrogio, è uno dei prototipi dei campanili romanici lombardi. Proseguiremo con il Civico Tempio di San Sebastiano. Il martire, prima di arruolarsi negli arcieri di Diocleziano, aveva trascorso la sua adolescenza a Milano poiché era figlio di una donna milanese. Fra la fine del III secolo e gli inizi del IV, gli era stato inflitto il martirio delle frecce per aver confessato la sua fede cristiana. Le frecce conficcatesi nel suo corpo inerme divennero il simbolo della sua protezione dalle frecce dei castighi, quali erano considerate anche le pestilenze. Per questo motivo San Carlo indusse i milanesi a pregare San Sebastianodurante la terribile pestilenza scoppiata nell'agosto del 1576. Nell'inverno del 1577 l'intensità del morbo subì un'attenuazione e il 20 gennaio del 1578 venne finalmente dato l'annuncio ufficiale della sua cessazione. Nel gennaio del 1577 l'architetto Pellegrino Tibaldi detto il Pellegrini (1527-1596) stese il progetto della ricostruzione dell'antica chiesa dedicata al martire risalente al IX secolo. La progettazione venne ultimata nel settembre e il giorno 6 ebbe luogo la cerimonia di deposizione della prima pietra. La forma circolare fu suggerita all'architetto dall'intenzione di edificare una costruzione a tempio per conferirle imponenza e avvicinarla a quel grande modello di forma circolare che è il Pantheon di Roma, nonché ad altri templi paleocristiani a carattere votivo esistenti all'epoca nella pianura padana. Il progetto primitivo venne successivamente modificato dai successori del Pellegrini, che furono Giuseppe Meda, Dionigi Campazzo, Pietro Antonio Barca e Fabio Mangone. I lavori procedettero a fasi alterne per mancanza di fondi. Dal 1796 al 1799 per effetto delle leggi anticlericali di Napoleone il tempio venne saccheggiato e profanato. Soltanto con il ritorno degli austriaci venne riaperto all'esercizio del culto. Il tempio attuale si presenta oggi esternamente nella parte inferiore con otto arcate cieche che si rincorrono sulla facciata circolare. Al disopra dell'ordine dorico di base, la rotonda si restringe di diametro facendo spazio a una balconata, poi si innalza di due piani, con finestre aperte sul primo e con nicchie sul superiore fra lesene ioniche. All'interno, sopra l'altare in marmi policromi, spiccano tre tele che raffigurano sant'Eligio dovute ad Andrea Lanzani, Stefano Maria Legnani e Federico Bianchi. Il dipinto del martirio di San Sebastiano sopra l'altare è attribuito a Vincenzo Foppa. Concluderemo il nostro giro con la visita alla chiesa di San Giorgio al Palazzo. La chiesa, il cui nome ricorda l'esistenza del Palatium romano, viene fondata nel 750 dal vescovo Natale, sulle vestigia del palazzo voluto da Diocleziano come sede del tetrarca che avrebbe dovuto governare quella parte di impero romano con Milano capitale. La chiesa viene poi ricostruita nel XII secolo e dopo il 1623 subisce radicali rimaneggiamenti barocchi a opera di Francesco Maria Richini. Nel 1774 ottiene l'attuale facciata a opera di Francesco Croce. È Luigi Cagnola che all'inizio del XIX secolo ne cura l'aspetto neoclassico, mentre al 1899 risalgono il transetto, la cupola su progetto di Alfonso Perrucchetti, e il campanile con cinque campane. All'interno, nella prima cappella di destra si trova la pala di Gaudenzio Ferrari dedicata a San Girolamo. La crociera è coperta dalla cupola neoclassica con volta cassettonata e nei pennacchi i quattro evangelisti. L'altare maggiore è barocco realizzato in marmi policromi. L'organo maggiore a canne fu costruito negli anni '20 del XX secolo dalla Ditta Organaria Milanese Balbiani-Vigezzi Bossi. L'organo positivo a destra di fianco al presbiterio fu costruito negli anni '60 dalla ditta Flentrop e installato nel maggio del 2013.
Albertina Fancetti