Come un fornaio è solito fare col pane

Rodari , figlio d un fornaio, seppe saziare la fame di fantasia che i bambini possiedono

Si stanno protraendo anche in questo difficile 2021 le celebrazioni relative al centenario della nascita di Gianni Rodari, scrittore per l'infanzia (e non solo), nato a Omegna, graziosa cittadina sul lago d'Orta, il 23 ottobre 1920, per poi morire a Roma il 14 aprile 1980. 
Rodari, conosciuto in buona parte del mondo, fu insegnante, poeta, pedagogista, partigiano, un grande e poliedrico artista che cominciò come insegnante elementare nel 1938 dopo che un altro insegnante elementare, Benito Mussolini, aveva promulgato le famigerate leggi razziali. Il futuro scrittore nel 1929 alla morte del padre aveva lasciato Omegna insieme al fratello Cesare e alla mamma Maddalena per andare a vivere a Gavirate, paese dove lei era nata, applicò all'insegnamento una sua personale interpretazione dei testi presentati ai suoi piccoli allievi interessandoli e divertendoli con l'aggiunta di sue personali poesie e favolette. Mentre fuori imperversava l'orrore che spesso si accompagna alla stupidità dell'Uomo, nella sua scuola vigeva la fantasia pura, che le menti dei bambini: fresche, fantasiose e pure, ben accettavano e integravano. Rodari per via della sua salute cagionevole ebbe la fortuna di venire esonerato dal servizio militare sebbene nel dicembre 1943 la Repubblica Sociale Italiana lo richiamò alle armi, assegnandolo all'ospedale di Baggio. Il giovane scrittore all'epoca ventitreenne di lì a poco prese contatti con la Resistenza Lombarda e gettata alle ortiche la divisa entrò in clandestinità. Il primo maggio 1944 si iscriverà anche al PCI. Dopo il 25 aprile 1945 ebbe inizio la sua carriera di giornalista, in Lombardia. Di lì a poco diverrà anche autore di racconti, perché oltre che divertenti forieri di insegnamento rivolto ai lettori più piccoli ai quali erano destinati. Nel 1947 approda all'Unità di Milano e tre anni dopo, nel 1950, a Roma, dove fonderà insieme a Diana Rinaldi il settimanale per ragazzi "Pioniere", che andrà avanti per una decina di anni. Il primo dicembre 1958 il quotidiano di sinistra "Paese Sera" lo assumerà in qualità di inviato speciale, e inoltre collaborerà con la RAI per il programma per bambini "Giocagiò". La sua fama travalica i confini nazionali per approdare anche in altri Paesi, tra cui Cina e Russia. Alcuni cantautori musicheranno diversi suoi testi, tra cui Sergio Endrigo e Virgilio Savona. Le celebri "Filastrocche in cielo e in terra", 19 canzoni che il Maestro Savona canterà nel 1972 alcune da solo e altre con la moglie Lucia Mannucci, rappresentano uno dei dischi meglio riusciti della fervida mente di Savona e di Rodari, che sarà solito pubblicare sui giornali prima e nei libri poi filastrocche, racconti, romanzi fra i quali lo splendido "C'era due volte il barone Lamberto", uscito nel 1979 e ambientato nella misteriosa e affascinante isoletta di San Giulio, sul lago d'Orta. Il suo capolavoro viene considerato "Grammatica della fantasia", uscito sei anni prima, nel 1973. Sempre negli anni Settanta e precisamente nel 1970, Rodari ricevette il prestigioso premio Hans Christian Andersen per il suo altrettanto prestigioso curriculum di scrittore per l'infanzia. Gianni Rodari morirà a soli 59 anni dopo un breve soggiorno in un ospedale romano causa l'occlusione a una vena alla gamba sinistra. Non è facile scrivere, soprattutto scrivere bene, ma ancora più difficile è scrivere per l'infanzia, in maniera chiara, leggibile, avvincente. Rodari ci è riuscito. Figlio di un fornaio, lo scrittore seppe saziare come è solito fare il pane la fame di fantasia che i bambini da sempre possiedono.

Antonio Mecca

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