Con la speranza di un domani migliore

Sabato sera 21 settembre su Rai Tre è stato mandato in onda un interessante documentario televisivo dedicato alla figura di Sofia Loren, che da semplice figurante si era ben presto aggiudicata, proprio anche grazie alla sua splendida figura, ruoli via via sempre più importanti. Fra le attrici presenti che a intervalli prestabiliti parlavano di lei, c'erano la romana Claudia Gerini, la napoletana Lina Sastri e la giovanissima Ludovica Nasti, di 17 anni appena. Ludovica ha in comune con Sofia il fatto di esserle concittadina, di non avere studiato recitazione al momento della sua scelta come interprete de "L'amica geniale", e di essere nata a Pozzuoli a settembre a pochi giorni di distanza: il 26, dalla celebre attrice conosciuta in tutto il mondo. L' attrice le ha scritto un messaggio dopo averla vista ne "L'amica geniale", facendole i suoi complimenti e augurandole di cuore di avere un grande futuro. Al che la giovanissima Ludovica si è commossa, affermando che per lei quel messaggio ha il valore di un diamante. Chi lo sa: forse Sofia nel vederla si sarà ricordata del suo passato di attrice, senza contare che una certa somiglianza nel viso le due ce l'hanno. In quel bel volto scurito come dalla cenere del vicino vulcano sempre incombente, Ludovica può ben rappresentare l'anima del Sud più autentico, tutto il tragico che la sovrasta ma anche quella natura selvaggia che Anna Maria Ortese nel suo splendido racconto "Il silenzio della ragione" definiva una complicità degli Dei affinché: pena la loro scomparsa, quel paradiso restasse tale ma al prezzo dell'inferno sopportato dagli umani che nelle tragedie quotidiane sono avvezzi a convivere. Ludovica Nasti ha dimostrato in ciò che diceva una maturità che spesso solo le genti del Sud posseggono; una maturità che si riflette sul suo bel viso dai lineamenti armoniosi (L'armonia perduta, la definiva Raffaele La Capria) e gli occhi dolci che le ragazze del Sud Italia sono solite avere. Simili creature sono come predestinate ad emergere nel campo dello spettacolo, un campo che le ospita come piante o fiori rari, portando al pubblico che le segue, la speranza. Speranza di un domani migliore privato dalla miseria e soprattutto dalla ferocia criminale che ne spezza i giusti sogni.   

Antonio Mecca

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