COTTON HAWES, IL QUARTO DETECTIVE DELL'87° DISTRETTO DI MCBAIN
- 25 febbraio 2018 Cultura
L’ultimo dei quattro moschettieri dell’87° distretto apparso in ordine di
tempo è Cotton Hawes. Fa il suo ingresso nel quinto romanzo della serie:
“Killer’s Choice”, uscito nel 1957. Si tratta di un oriundo irlandese, come ben
testimoniano i suoi rossi capelli, alto 1,85, del peso di 90 kg, con gli occhi
azzurri, le labbra carnose, il mento quadrato. La sua caratteristica più
visibile è la ciocca bianca di capelli sulla tempia sinistra, ricresciutagli di
quel colore dopo essere stati rasati per poter cicatrizzare la ferita da
coltello sferratagli da un delinquente quando ancora Hawes operava nel 30°
distretto. Una volta ricresciuti gli sarebbero rimasti per sempre bianchi come
cotone. Quasi che il destino avesse voluto innestargli sulla tempia la stessa
pianta alla quale il suo nome andava richiamandosi. Nome affibbiatogli dal
padre, Jeremiah Hawes, ministro protestante, in onore di Cotton Mather, prete
puritano che si era distinto ai suoi tristi tempi per la famosa caccia alle
streghe. Cotton è nato e cresciuto a Boston, e si presenta sulla scena con fare
un po’ arrogante, quasi si accingesse a prendere il posto dell’antipatico e
violento Roger Havilland che proprio in quello stesso romanzo morirà a causa di
un rapinatore che con uno spintone lo manderà a sbattere con violenza contro la
vetrina di una pasticceria le cui schegge gli taglieranno la trachea e la vena
giugulare. Un finale orrendo al termine di un’esistenza spesa male. Hawes però
nel corso delle successive indagini diventerà più simpatico, salvando inoltre
la vita a Carella più di una volta, la prima delle quali già nel finale dello
stesso “Killer’s Choice”.
Quando ancora i romanzi della serie erano scarsi – di numero, non certo di
valore – perché il ciclo era stato avviato di recente e recente era ancora la
fine della Seconda guerra mondiale, McBain nella biografia relativa ai suoi
personaggi ci informava su ciò che durante il conflitto avevano fatto. Ecco così
Hawes avere prestato servizio in Marina come capo squadra siluri a bordo di un
cacciatorpediniere, Meyer che nel 1940 era stato richiamato nell’esercito,
mentre Carella aveva militato in fanteria e inviato in Italia - la terra di
origine dei suoi nonni - a combattere per liberarla dagli invasori tedeschi.
Kling, essendo il più giovane dei quattro (ha solo 24 anni quando entra sulla
scena dell’universo creato da Ed McBain) ha prestato servizio militare in Corea
nei primi anni Cinquanta.
Kling e Hawes pur non avendo in comune fra loro la stessa guerra combattuta (a
parte gli inevitabili orrori che ogni guerra comporta) hanno però in comune il
fatto di essere entrambi scapoli e di avere avuto tutti e due diverse ragazze.
È la maniera di vivere questi rapporti che li rende diversi.
Mentre Kling è sempre innamorato della ragazza del momento e non è mai lui a
lasciarla per primo, Hawes prende la cosa con più leggerezza, disamorandosi con
la stessa facilità con la quale si era innamorato e non lasciandosi coinvolgere
troppo emotivamente.
La prima ragazza di Hawes della quale veniamo a conoscenza è Christine Maxwell,
incontrata nel corso delle indagini relative al preannunciato omicidio di una
certa Lady nel romanzo “Lady Killer”. La scritta: “Ucciderò la Lady questa sera
alle 8. Voi cosa potrete farci?” composta ritagliando le parole da diversi
giornali è recapitata alla sede dell’87° distretto, e a prenderla in consegna è
proprio Hawes. Questi la invia al laboratorio della Scientifica, il quale con
una soluzione al dieci per cento di nitrato d’argento ricopre di un sottile
strato uniforme la lettera che - una volta asciutta - verrà esposta ai raggi
ultravioletti. In pochi secondi appariranno così varie impronte digitali, che
però serviranno a ben poco per scoprire l’identità del futuro assassino.
Ciò che il tenente Grossmann del laboratorio ritiene importanti sono due
cose: la colla adoperata per appiccicare i ritagli, e il tipo di carta, che
viene fabbricata a Boston - città originaria di Cotton - e che ha il numero di
catalogo 142-Y. Viene distribuita dal concessionario locale, il quale ha sede a
Majesta, in diverse cartolerie, e l’unica presente nel quartiere dove l’87° si
trova è proprio la cartoleria-libreria diretta da Christine Maxwell. Bella la
descrizione che McBain fa delle sensazioni provate da Hawes mentre fa il suo
ingresso nel negozio.
“Gli parve di essere già stato lì, di aver già visto quegli scaffali e quelle
mensole, di aver già annusato il classico odore polveroso della carta stampata,
l’odore sottile del sapere immagazzinato”.
Poi appare Christine: “fragile, delicata, tenera, quasi sfumata in un alone di
luce che spiccava contro lo sfondo scuro. Aveva i capelli biondi di un tono
perlaceo, che le incorniciavano delicatamente l’ovale del viso. Gli occhi erano
azzurri e grandi. Azzurri come un cielo di primavera. Azzurri come un lillà. La
sua bocca tumida sorrideva. Una bocca baciata dall’estate. E siccome lei era un
essere umano e non un ricordo, non un sogno, non una creatura di leggenda,
Hawes s’innamorò di lei istantaneamente”.
Poco più in là Cotton riflette “sulla sua particolarità di innamorarsi tanto
facilmente, e scherzando sulla teoria che il vero amore è sempre amore a prima
vista, nel qual caso lui avrebbe incontrato il vero amore un numero infinito di
volte”.
Christine ha 33 anni, ed è già stata sposata a 17, con un pilota della Marina
morto nella battaglia del Mar dei Coralli. Cotton le dà appuntamento per quella
sera stessa, alle nove.
Eccoci qua.
Con quella ragazza Hawes si vedrà, pur con qualche parentesi extra-amorosa,
fino agli anni ’70, per poi sostituirla con altre ragazze. Hawes cambia donna
con una certa facilità perché a lui del rapporto amoroso interessa più che
altro la superficie, il rivestimento che ricopre la torta rendendola più dolce
esteriormente. Inoltre Cotton viene coinvolto più dal sesso che non dall’amore
vero e proprio. I suoi cambiamenti sono dettati non tanto dalla passione
amorosa bensì da quella sessuale e sensuale, cose queste che non sono collegate
per forza con l’Amore che coinvolge in primis anche l’anima oltre che il corpo.
Cotton Hawes agendo in questa maniera sembra voler vendicarsi del puritanesimo
del padre, con il quale condivide soltanto il senso morale relativo all’onestà
e al rigore con cui affronta il proprio lavoro di poliziotto. Se Cotton non è
umanamente affascinante come Carella, o bello come Kling, o simpatico come
Meyer è, però, più aitante di loro, e stimola più di loro nelle donne il
desiderio sessuale e quello di protezione che ogni donna richiede all’uomo nei
suoi confronti. Cotton Hawes noi lo vediamo muoversi sicuro di sé attraverso
strade insicure, uomo tutto d’un pezzo per ciò che riguarda la mascolina
virilità con la quale affronta ogni affronto che la vita non manca mai di farci
mancare. Il suo non lasciarsi troppo coinvolgere dalle situazioni è una forma
di autodifesa che serve a preservargli l’anima dalla violenza fisica e dal
sudiciume morale che quotidianamente ogni persona di ogni epoca residente in
una grande metropoli è costretta a vivere sulla propria pelle. Provvisto di
sicurezza di sé e di autostima, di auto-ironia e di sufficiente simpatia Cotton
Hawes è di sicuro un uomo affascinante nonché un ottimo poliziotto, che nel
gruppo di detectives dell’87° distretto occupa un posto di importanza più che
meritata dove nel corso delle numerose vicende che McBain ha descritto con
magistrale bravura ha avuto modo di far risaltare le sue notevoli capacità
investigative e umane.
ANTONIO MECCA