CUORE DI TENEBRA - Joseph Conrad
- 28 febbraio 2020 Cultura

Ogni mattina alle ore 08:00 proponiamo ai nostri lettori la parte iniziale e finale di un capolavoro della letteratura universale. A cura di Antonella Di Vincenzo
INCIPIT
La Nellie, una iolla da crociera, girò sull’ancora senza il minimo fluttuare delle vele e si
fermò. La marea si era alzata, il vento era quasi calmo e, poiché dovevamo discendere il
fiume, non ci restava che fermarci all’ancora e attendere il riflusso.
L’ultimo tratto del Tamigi si stendeva davanti a noi come il principio di un interminabile
corso d’acqua. Al largo, cielo e mare erano saldati senza una giuntura e nello spazio
luminoso le vele conciate delle barche che salivano con la marea sembravano immobili
fastelli rossi di tele appuntite tra luccicori di aste verniciate. Sulle rive basse che correvano
piatte a perdersi nel mare si era posata una nebbia leggera. Su Gravesend l’aria era scura e
più in là pareva condensata in una oscurità funerea che incombeva immobile sulla città più
vasta e grande della terra.
FINIS
Marlow tacque, e restò in disparte, indistinto e silenzioso, nella posa di un Budda
meditante. Per un po’ nessuno si mosse. «Abbiamo perso l’inizio del riflusso» disse
improvvisamente il direttore. Alzai la testa. Il mare aperto era sbarrato da un banco di nubi
nere, e il quieto corso d’acqua che portava ai confini estremi della terra scorreva cupo
sotto un cielo offuscato – pareva condurre nel cuore di una tenebra immensa.