Domenico Polimeni
- 30 marzo 2024 Cultura
Il diciottenne arso vivo dalla mafia
"Daniele Polimeri era un ragazzo di appena 18 anni, con genitori separati, che viveva insieme al padre a Reggio Calabria, in un quartiere disagiato. Nonostante avesse tantissime passioni: il motocross, il calcio, la cucina da voler coltivare nel suo futuro, finì quasi per caso nel mondo della malavita. Il 30 Marzo del 2005 andò a un appuntamento con un membro della delinquenza mai identificato, e da quel momento non si seppe più nulla di lui. Non si è mai scoperto cosa avesse portato l'assassino a uccidere il ragazzo, bruciando prima il corpo e poi la macchina, ritrovata dalle autorità il primo Aprile a 35 chilometri di distanza dal cadavere. Raccapricciante è stata la notizia giunta ai genitori: la madre, stravolta dalla sofferenza e dal tormento, ha raggiunto il figlio pochi anni dopo. Il padre ha continuato a vivere tra le cose che appartenevano un tempo al ragazzo: foto, vestiti e perfino il motorino che gli aveva insegnato a guidare. Pietro Polimeri continua ancora oggi a chiedere che vengano svolte le indagini al fine di capire il motivo dell'uccisione del figlio e che cosa abbia fatto di così grave da meritare in cambio una morte tanto violenta. Noi possiamo solo immaginare lo strazio di un padre che vive senza verità e senza giustizia, che avrebbe voluto vedere il figlio crescere accanto a lui e trascorrere con lui il resto della sua vita."
Domenico fu una vittima innocente, appartiene al lungo elenco di persone totalmente estranee alla criminalità e alle logiche criminali, che però scontarono la follia e la malvagità di chi aveva scelto di violare ogni norma o principio di civiltà.
Ricordiamo Domenico e la purezza dei suoi diciotto anni in una terra in cui molti suoi coetanei decidono di scegliere il male per sé stessi e per gli altri. Il CNDDU invita nuovamente gli studenti e i docenti ad aderire al progetto #
Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU