Effetto covid sul lavoro domestico

Con la pandemia e l'effetto lockdown diminuiscono gli irregolari

Il maggior numero di assunzioni di lavoratori domestici si è registrato in Lombardia (91.278) e Lazio (65.005). Nel 2020, anno caratterizzato dalla pandemia di Covid-19 e dalla conseguente crisi economica, ha registrato una forte contrazione del numero di occupati (-456 mila). In controtendenza, invece, il settore del lavoro domestico, che fa registrare un significativo aumento della componente regolare (+7,5%) dopo anni di stagnazione.

Quali sono stati gli elementi che hanno portato a questa evoluzione? Per riuscire a fare delle valutazioni analizziamo l'impatto della pandemia attraverso il saldo delle assunzioni e cessazioni di rapporti di lavoro domestico nel 2020

Osservando la dinamica mensile, nel 2020 le assunzioni hanno superato i licenziamenti di quasi 124 mila unità, mentre l'anno precedente il saldo era pari solo a 15 mila.

Se nel 2019 il saldo non aveva mai superato quota 12 mila, andando anche in negativo nei mesi estivi (più cessazioni che attivazioni), nel 2020 ha sfiorato le 30 mila unità nel mese di marzo e superato tale quota a ottobre e novembre (in occasione della seconda ondata della pandemia). In particolare, quei picchi sono dovuti a significativi aumenti di assunzioni (intorno a quota 60 mila), presumibilmente riconducibili alla regolarizzazione di lavoratori domestici, altrimenti impossibilitati a proseguire l'attività a causa delle misure restrittive. a causa delle misure restrittive.


Saldo assunzioni/cessazioni lavoratori domestici (dati in migliaia)

? Saldo 2019 (tot. 15.284) ? Saldo 2020 (tot. 123.741)

Elaborazioni Osservatorio DOMINA su dati INPS



Confrontando il 2019 e il 2020 per tipologia di rapporto, si nota come il saldo assunzioni-cessazioni nel 2019 fosse trainato dalla componente “badante” per oltre il 77%, mentre nel 2020 il rapporto si è invertito, con la componente “colf” a pesare per oltre il 64%.

Le motivazioni possono ricercarsi in due fattori che hanno agito in concomitanza: normalmente la badante lavora un maggior numero di ore e rappresenta una figura più stabile per una famiglia datore di lavoro, quindi il lavoro informale è meno diffuso in questa categoria rispetto alle colf che lavorano solo poche ore a settimana.

Per questo, le restrizioni dovute alla pandemia hanno influito sulle scelte delle famiglie, che hanno preferito avviare nuovi contratti di lavoro per avere la certezza della presenza del lavoratore. A questo si è aggiunta la “sanatoria” (inserita nel decreto “Rilancio” 34/2020), che però produrrà effetti più massicci nel 2021.




Composizione del saldo assunzioni/cessazioni per tipologia di rapporto

? Badanti ? Colf

Elaborazioni Osservatorio DOMINA su dati INPS


A livello regionale, nel periodo 2020 il maggior numero di assunzioni di lavoratori domestici si è registrato in Lombardia (91.278) e Lazio (65.005), ma la crescita delle assunzioni rispetto al 2019 è stata maggiore in Campania, Puglia e Basilicata. Per quel che riguarda le cessazioni anche in questo caso i valori maggiori si registrano nelle regioni con più lavoratori domestici (Lombardia e Lazio), ma la crescita rispetto alle assunzioni è più contenuta e supera il 10% solo in Veneto, Marche, Puglia, Basilicata e Sicilia.

Questo andamento di assunzioni e cessazioni porta ad avere saldi positivi in tutte le regioni, con alcune peculiarità per alcune regioni del sud.

Come abbiamo visto per il dato nazionale, l’incremento è dovuto principalmente al boom di assunzioni registrate a marzo, ottobre e novembre. Le assunzioni sono cresciute soprattutto nelle regioni del sud, infatti sono quasi raddoppiate in Basilicata e Puglia, mentre in Campania sono cresciute del 66%. Presumibilmente per una sorta di “regolarizzazione gestita dal basso” dalle famiglie datori di lavoro.



Assunzioni/cessazioni lavoratori domestici per regioni

Regioni

Saldo 2020

Assunzioni

Var%

Assunzioni

2019-20

Cessazioni

Var%

Cessazioni

2019-20

Lombardia

28.392

91.278

48,8%

62.886

9,2%

Campania

12.312

34.378

66,1%

22.066

7,4%

Lazio

10.524

65.005

21,9%

54.481

6,6%

Veneto

10.438

42.512

37,1%

32.074

10,2%

Emilia-Romagna

9.571

45.371

31,3%

35.800

6,0%

Toscana

9.487

45.922

26,6%

36.435

3,6%

Piemonte

8.809

37.642

38,4%

28.833

7,7%

Puglia

7.346

20.963

79,6%

13.617

15,4%

Sicilia

5.809

24.095

45,6%

18.286

15,4%

Sardegna

3.319

28.109

6,0%

24.790

-0,8%

Marche

2.922

14.817

31,9%

11.895

10,4%

Liguria

2.662

18.136

16,3%

15.474

3,9%

Calabria

2.564

8.516

32,5%

5.952

-3,9%

Abruzzo

2.395

9.374

41,4%

6.979

8,8%

Friuli-Venezia Giulia

2.376

14.811

18,9%

12.435

6,0%

Umbria

2.081

10.628

27,3%

8.547

4,6%

Trentino-Alto-Adige

1.406

9.062

17,9%

7.656

3,6%

Basilicata

937

2.819

78,1%

1.882

16,9%

Molise

283

1.292

28,2%

1.009

6,1%

Valle d'Aosta

121

1.101

3,8%

980

-0,1%

Totale

123.741

525.851

34,4%

402.110

7,0%

Elaborazioni Osservatorio DOMINA su dati INPS








Secondo Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale di DOMINA, “L’emersione del lavoro nero rappresenta una delle sfide principali per il mondo del lavoro domestico, dato che la componente irregolare rappresenta ancora quasi il 60% del totale. Durante la pandemia, il lockdown e la regolarizzazione degli stranieri hanno permesso alle famiglie di far emergere molti rapporti di lavoro informali. Ma per consentire che l’emersione sia continuativa e non solo emergenziale servono degli sgravi fiscali e contributivi che alleggeriscano il peso del costo del lavoro domestico. In questo modo le famiglie avranno davvero un vantaggio nell’assumere i lavoratori domestici in regola, portando un beneficio allo Stato in termini di gettito fiscale e sicurezza nei luoghi di lavoro.”.


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