Escher a Palazzo Reale
- 25 settembre 2016 Cultura
Una mostra da non perdere
Dopo Roma e Bologna, la bella mostra su Mauritius Cornelis Escher sta ottenendo grande successo anche a Milano, a Palazzo Reale. Un artista speciale, nel suo modo di concepire il mondo, un cosmo vertiginoso, in bilico perenne tra universi paralleli, e nella sua ricerca, dove l'arte si integra con la scienza, i numeri e il rigore della geometria. I suoi studi sulla percezione visiva sono intrisi di poesia. Incisore e grafico, Escher ci fa apprezzare la bellezza di un cubo e le sue metamorfosi. È una mostra densa, articolata, in cui oltre 200 opere, incisioni su legno, litografie e mezzetinte, guidano il visitatore in un viaggio all’interno dello sviluppo creativo dell'artista olandese e della sua cultura figurativa. Si scopre così il suo amore per l'Italia, in particolare per i paesaggi del Sud, ma anche i movimenti che lo hanno influenzato, dalla radice liberty al suo rapporto con le Avanguardie storiche, come il Futurismo e il Surrealismo, punto nodale della sua ispirazione, o ancora con la pittura giapponese (di cui si è appena inaugurata una mostra, sempre a Palazzo Reale). Divisione e ribaltamento del piano, paradossi e oggetti impossibili: ogni sezione del percorso è una scoperta e un invito alla riflessione, favorita da stimoli interattivi. Il pubblico esce dalla mostra arricchito di suggestioni e con uno sguardo diverso verso la realtà, che non è mai come sembra a prima vista.
Tutte le opere sono degne di attenzione, ma è doveroso segnalare la lunga striscia di “Metamorfosi II”, uno dei capolavori assoluti di Escher, con la geniale trasformazione da una forma all'altra, e chiave di lettura della sua arte.
Nell'ultima sezione, un accenno ai numerosi immaginari collettivi ispirati da Escher, musica, film, spot, concezioni visive, da Bowie ad Harry Potter: l'artista, morto nel 1972, ha lasciato una vasta produzione di opere ancora molto attuali e che hanno influenzato le nuove tecnologie digitali, che sembrano rincorrere i risultati da lui raggiunti.
Grazia De Benedetti