IL CANTO DI ANGELINA MANGO

Dalla Basilicata a San Remo

La vittoria di Angelina Mango alla settantaquattresima edizione del Festival di Sanremo riporta in auge almeno due cose: il nome Mango (che sembra ed è quello di un frutto tropicale) e quello di Pino Mango che era ed è il padre della ragazza morto esattamente dieci anni fa. Nonché il nome della Basilicata, regione del Sud Italia che è sempre sembrata lontanissima ma che invece è vicinissima. Solo che la sua gente è ben diversa da quella di altre regioni del Sud, anche confinanti e talvolta sconfinanti in essa, per cui sembra che quella sorta di ritrarsi indietro quasi a far passare avanti gli altri sia un segno di inferiorità mentre è solo un segno di cauto rispetto. Angelina Mango è una giovane ragazza di 22 anni, bella di una bellezza semplice. Dopo la brava Arisa, ecco una ragazza di aspetto normale portatrice di sani valori femminili. La ragazza di Lagonegro (nata a Maratea) sembra voler portare avanti l'arte del padre, nel solco e microsolco da lui tracciato con la sua voce sofferta e lo sguardo da indio delle riserve lì confinato dal bieco padrone bianco. La regione stessa appare, nella sua vasta campagna, come un paesaggio del Far West. Un Far West tutto italiano, dove per poter ovviare alla carenza delle cosiddette location si puntava soprattutto sulla violenza: scazzottature, sparatorie, crudeltà varie nelle quali i popoli latini eccellono. Per poi degenerare nel farsesco dei Trinità, Alleluja, Sartana. La musica degli autori di casa nostra rispecchia non certo quella dei suonatori di Cosa Nostra, killer feroci che a suon di kalashnikov e della sempre attuale lupara spediscono all'altro mondo persone oneste. La signorina Mango, figlia anche di Laura Valente, ex voce dei Matia Bazar dopo che Antonella Ruggero decise di lasciare il gruppo, sembra avere tutte le carte in regola per poter proseguire nella sua professione. Una professione che darà soddisfazione a lei e piacere a noi che la ascoltiamo.
Antonio Mecca

Proverbi Milanesi

Milano in Giallo

di Albertina Fancetti, Franco Mercoli, Alighiero Nonnis, Mario Pace
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Com'è bella Milano

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L'Osteria degli Orchi

di Albertina Fancetti
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