IL GIOCOLIERE DELLA LETTERATURA 45

Quando la “jam session” fu terminata, e i due si furono riposati un po’, dopo le necessarie abluzioni in bagno, eccoli pronti a uscire per girovagare in lungo e in largo. Generalmente si rifocillavano al self service negli immediati pressi del ponte di Rialto, dove la cucina era buona e non molto costosa.

Francis mangiava di tutto, senza curarsi se la carne fosse o no di maiale e il vino non andasse a braccetto con la sua religione. A lui interessava soltanto salvare le apparenze fino a quando -e se- si sarebbe sposato. Avrebbe poi mostrato lui cosa un uomo era nella sua religione, e cosa invece una donna non era. C'erano delle volte che provava l’impulso irresistibile di ucciderla, per poterla sottomettere definitivamente al suo volere di maschio. Ma, per ora, l'importante era divertirsi.

Prima di pranzo la ragazza decise di andare in piazza San Marco per poi recarsi in un vicino ristorante da lei adocchiato giorni prima, dove degustare qualche specialità locale. Ed eccoli nella piazza forse più bella del mondo, con la visione meravigliosa della basilica bizantina che era uno spettacolo per la vista e un balsamo per il cuore. Certo, a seconda dell'età, le emozioni che una meraviglia del genere procura sono diverse, ma non di certo meno intense. I due giovani guardavano, e ammiravano; lei soprattutto.

Qualcun altro stava guardando, e ammirando; qualcuno che lei aveva avuto occasione di conoscere non molto tempo prima, e che nell'avvicinarsi alla spianata di tavolini fuori al sole l’aveva vista e riconosciuta.

Hélène! O Marie, come poi gli avevano detto che si chiamava in realtà. La ragazza incontrata a Saint-Chef!

Per un lungo istante Frédéric rimase abbagliato da ciò che vedeva, da ciò che alla sua vista si manifestava. Non era possibile!
Francoise gli stava parlando, ma lui aveva smesso di ascoltarla. La ragazza era in compagnia di un giovane nordafricano, belloccio ma inconfondibilmente stronzo, come molti di loro sono nei confronti delle donne con le quali non vogliono avere un rapporto paritetico. Ma le stupide non lo capiscono, e continuano a frequentarli e a dare loro corda, una corda che si attorciglierà al loro collo in qualità di cappio. Non un rapporto di coppia, bensì un rapporto di cappio fra uomo e bestia.

Mentre i due si sedevano, lui si alzò, chiedendo scusa alla moglie. Quindi si avvicinò alla coppia di piccioncini, che faceva concorrenza a quella dei piccioni presenti.

La ragazza si voltò, lo vide, lo riconobbe. E sbiancò in volto, una luce di terrore negli occhi. Il suo compagno invece lo fissò con curiosità. 28

- Bonjour, Marie - la salutò Darc con l'accompagnamento di un sorriso.

Si sentiva molto Antoine, il suo personaggio alter ego, quasi credendosi reincarnato in lui. Un po’ invecchiato a sua volta, ma pur sempre giovane abbastanza da risultare affascinante. Mentre invece la sua vita era esclusivamente sulla carta, come sempre era stato.

- Dovrei forse chiamarti Hélène?

La ragazza rispose con un flebile “bonjour”.

- Così ci si rivede dopo sei mesi, eh? Come va?

Lei non rispose. Fu il suo compagno a parlare, lui che non sapeva nulla di ciò che fra i due era intercorso perché lei aveva avuto l'accortezza di tacerglielo.

- Chi è, lei? Cosa vuole?

- Nulla di quello che hai, sta tranquillo. Era solo un saluto a una vecchia conoscenza da parte di un uomo

vecchio.

- E allora, uomo vecchio, leva gli ormeggi e sparisci, che la tua vista corrompe la bellezza intorno.

Frédéric sorrise.

- La bellezza intorno non teme di venire corrotta da me. La bellezza intorno vorrebbe essere solo corretta

con l'eliminazione dei sudicioni del vostro stampo.

Il ragazzo si alzò, furente. Se Frédéric fosse stato l’uomo che avrebbe voluto essere, vale a dire il suo commissario, sarebbe stato pronto ad afferrarlo per i risvolti del giubbotto e a scaraventarlo con forza a terra. Ma era solo un povero vecchio malandato al quale funzionava esclusivamente la mente. E la memoria. Per cui venne afferrato ai risvolti della giacca, mentre due grida femminili si levarono nell’aria. Quello di una donna matura: sua moglie, e quello di una donna giovane: la ragazza a lui di fronte, che disse:

- Lascialo, Francis!

Il giovane uomo lo lasciò. Il vecchio uomo non lo guardò più, fissando il suo sguardo ancora beffardo in quello spaventato di lei.

- Non ti preoccupare, Marie: quello che ho vissuto grazie anche a te mi ha fatto sentire per qualche ora

ancora giovane, e forte. Quello che ho vissuto prima: anche se insincero da parte tua, mi ha fatto bene

ugualmente. Per cui, adieu!

Francoise lo aveva raggiunto, spaventata.

- Frédéric, cosa succede in nome del cielo?

- Succede che un incontro col recente passato mi ha allietato il poco futuro che ancora mi resta. Andiamo. Amore: qui c’è troppa puzza di carogna perché duplice.

I due anziani coniugi pagarono per intero il conto e lasciarono la piazza, alla ricerca non del tempo perduto perché già ritrovato, bensì di un motoscafo che li riportasse in hotel, dove l'uomo avrebbe messo al corrente la moglie su chi aveva incontrato.

Antonio Mecca

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