Il gladiatore II

Director Ridley Scott participates in a question and answer session about NASA’s journey to Mars and the film ”The Martian,” Tuesday, Aug. 18, 2015, at the United Artist Theater in La Cañada Flintridge, California. NASA scientists and engineers served as technical consultants on the film. The movie portrays a realistic view of the climate and topography of Mars, based on NASA data, and some of the challenges NASA faces as we prepare for human exploration of the Red Planet in the 2030s. Photo Credit

Ventinovesimo film di Ridley Scott

Il nuovo film di Ridley Scott, il ventinovesimo di una carriera iniziata nel 1977 con "I duellanti" rappresenta una sorta di seguito del film del 2000 "Il gladiatore", pellicola di enorme successo che lanciò alla ribalta l'attore australiano Russell Crowe, in seguito protagonista di altri film di Scott quali "Robin Hood" e "American gangster". La storia de "Il gladiatore II" è ambientata 16 anni dopo la morte di Massimo Decimo Meridio, il gladiatore del primo film, e vede come protagonista il figlio Lucio, costretto a fare il gladiatore come il padre per poter sopravvivere. La potenza del film sta nella forza della regia del regista inglese, che così facendo si rivela per essere forse l'ultimo dei grandi registi cinematografici hollywoodiani. La storia è a tinte fosche come tipico di quella terribile epoca, che molti rimpiangono senza neppure avere saputo bene cosa in realtà fosse. Era di sangue e crudeltà immani, dove a governare Roma erano spesso imperatori pazzi già di per loro e diventati più pazzi ancora nell'esercizio del potere, perché sarà anche vera la massima andreottiana che il potere logora chi non ce l'ha, ma la depravazione che questo spesso comporta non può fare del bene né a chi è governato: male, né a chi governa: male sempre. La regia del regista di 86 anni - è nato il 30 novembre 1937 - è fresca come la sua attuale terza moglie: la costaricana Giannina Facio, sposata nel 2000. Nel leggere il meraviglioso libro di Stendhal "Passeggiate dentro Roma", lo scrittore francese che amava molto l'Italia mettendo ai primi posti Milano e Roma, descrive con precisione accurata il Colosseo, che allora: 1827 e ora sembra quasi cosa d poco, ma in quel periodo rappresentava il massimo esempio di architettura romana, teso a incutere il rispetto che la paura sa sempre incutere. Nelle due ore e mezzo della durata del film si assistono a scene epiche, che solo il Cinema è in grado di mostrare e di fare immergere lo spettatore al centro della rappresentazione. Battaglie navali, duelli fra gladiatori e belve nelle quali non si sa chi fra le due parti è più belva dell'altra, con il popolo urlante che ricorda quello disegnato dal grande Jacovitti nelle sue storie a fumetti. Insomma: un film grandioso alla vecchia maniera realizzato con la nuova maniera, e non si allude qui all'utilizzo del computer che se anche c'è stato è comunque un fattore irrilevante, bensì all'utilizzo delle masse per le grandiose scene di battaglia. Ricordiamoci però che sebbene ci sia stata tanta crudeltà, la Roma antica ha saputo piazzare i presupposti affinché la popolazione vivesse meglio di quanto vivevano i cosiddetti barbari: acquedotti, fognature, ponti, strade. Tutto ciò che ha fatto di Roma la capitale del mondo.

 Antonio Mecca

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