IL RITRATTO DI DORIAN GRAY - Oscar Wilde

La letteratura universale
a cura di Stelio Ghidotti

Il Ritratto di Dorian Gray (1890-91) - Oscar Wilde


INCIPIT

Lo studio era impregnato dell’intenso odore delle rose, e quando la leggera brezza estiva frusciava tra gli alberi del giardino, fluiva dal vano dell’entrata il greve odore del lillà o il più delicato profumo dell’eglantina.

  Dal divano coperto di gualdrappe persiane su cui era sdraiato fumando, al suo solito, sigarette senza numero, Lord Enrico Wotton poteva cogliere lo splendore dei fiori dell’avorno. A tratti l’ombra

fantastica di un uccello in volo aleggiava lungo le pigre tende di seta tese davanti alla finestra immensa con un fuggitivo effetto giapponese, ricordandogli quei pittori di Tokio, dal viso di pallida giada, che pur valendosi di un’ arte necessariamente statica cercano di dare il rapido effetto del movimento. Il cupo ronzio delle api, che conducevano la loro vita tra le erbe non falciate o giravano con monotona insistenza attorno agli stami impolverati d’oro degli sparsi caprifogli, sembrava render più opprimente l’immobilità dell’ora. Il profondo ansito di Londra mugghiava come le note basse di un organo lontano. 

   In mezzo alla stanza, alto su un cavalletto, stava il ritratto a intera figura di un giovane di singolare bellezza, e di fronte ad esso, poco lontano, sedeva il pittore, Basilio Hallward, la cui improvvisa scomparsa alcuni anni fa suscitò tanto interesse nel pubblico e fece sorgere tante strane congetture.

 

FINIS

Dentro, nel quartiere della servitù, i domestici semivestiti parlottavano tra loro a bassa voce. La vecchia signora Leaf piangeva e si torceva le mani. Francesco era pallido come un morto.
  Dopo circa un quarto d’ora prese con sé il cocchiere e uno dei servi e salì di sopra. Bussarono, ma nessuno rispose. Chiamarono. Tutto rimase silenzioso. Finalmente, dopo aver tentato invano di forzare la porta, andarono sul tetto e si calarono sul balcone. La finestra cedette facilmente: le serrature erano vecchie. 

   Entrati, videro, appeso al muro, uno splendido ritratto del loro padrone come lo avevano visto l’ultima volta, in tutto il prodigioso nitore della sua gioventù e della sua bellezza. A terra giaceva un uomo morto, in abito da sera, con un coltello piantato nel cuore. Era sfiorito, rugoso, ripugnante nel volto. Solo esaminando i suoi anelli riuscirono a riconoscerlo.


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