"Il tempo è un grande guaritore, ma un pessimo estetista"

Incontro con la scrittrice americana Dorothy Parker

La lettura di due interessanti libri della scrittrice americana Dorothy Parker, pubblicati molti anni fa dalla Casa Editrice "La Tartaruga", con il sottoscritto che al pari di quella bestiola è solito procedere: lentamente e qualche volta assennatamente, dopo decenni che li ospitavo nella mia libreria finalmente li ho sfrattati da lì per potermeli gustare. Il primo libro è "Tanto vale vivere", raccolta comprendente racconti, articoli, poesie. Il secondo, "Uomini che non ho sposato", pubblicati sul New Yorker tra il 1922 e il 1957. Dorothy Parker, nata Rothschild (senza però avere nessun grado di parentela con i celebri banchieri) a Long Branch, nel New Jersey, il 22 agosto 1893 e morta a New York il sette giugno 1967, crebbe orfana di madre nell'Upper West Side di New York. Nel 1913 le morì anche il padre, preceduto l'anno prima dallo zio Martin Rothschild perito nell'affondamento del Titanic. Dorothy era una ragazza di aspetto grazioso, che fino a ventuno anni suonò il pianoforte in una scuola di danza. Di carattere sensibile esordirà in qualità di poetessa su Vanity Fair, per poi passare a Vogue come assistente editoriale. Nel 1917, all'età di 24 anni, sposerà Edwin Pond Parker, dal quale pur separandosi pochi anni dopo erediterà il cognome. Il marito era broker (cioè intermediario) alla Borsa di New York. Il broker è un sensale, mentre Dorothy all'epoca era una sensuale che gli anni, e soprattutto l'alcool, ancora non avevano rovinato. La novella scrittrice torna a Vanity Fair come critico teatrale, rimpiazzando il grande P.G. Wodehouse e spiazzando i lettori per la sua ironia. Se lo scrittore inglese era specializzato per far ridere i lettori, Dorothy detta Dot era specializzata nello stile brillante, capace con poche scelte frasi di staffilare costumi e malcostumi dei suoi compatrioti. È il 1920 quando la direzione della rivista la licenzia, ed è così che prosegue nella scrittura in qualità di freelance. Nel 1925 nasce il New Yorker, un giornale destinato a diventare famoso, il quale essendo diretto da un collega e amico di Dot fa entrare la Parker a fare parte della redazione. Nel frattempo conosce l'attore Alan Campbell, e nel 1934 lo sposa. Si trasferiscono entrambi a Hollywood, dove collaboreranno insieme ad alcune sceneggiature, tra le quali "È nata una stella", candidata all'Oscar come miglior script cinematografico. Dieci anni dopo i due si separano, per risposarsi nel 1950 e stare insieme fino alla morte di lui avvenuta nel 1963. Dorothy Parker fu una simpatizzante della sinistra americana, che pur essendo all'acqua di rose rispetto a quella tradizionale entrò nell'occhio del mirino di un formidabile pistola che essendo un politico potente poté iscrivere in una famigerata lista nera gli sceneggiatori, scrittori, giornalisti a lui invisi.

Tra il 1957 e il 1962 la Parker scriverà per Esquire recensioni librarie, di lunghezza e qualità diverse a seconda di come si sentirà perché il dannato alcool è entrato a far parte ormai della sua dieta quotidiana. Nel 1967, colpita da infarto, morirà. per farsi poi cremare come disposto nel testamento. Sempre nel testamento lascerà scritto: "Scusatemi se faccio polvere". Battutista alla Oscar Wilde, fra le sue battute si possono trovare autentiche perle come questa:

"Il tempo è un grande guaritore, ma un pessimo estetista".

Antonio Mecca


Proverbi Milanesi

Milano in Giallo

di Albertina Fancetti, Franco Mercoli, Alighiero Nonnis, Mario Pace
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Com'è bella Milano

di Albertina Fancetti
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El Pret de Ratanà

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