In "Quante Storie" Battista e Zanchini - tra palestinesi e israeliani.
- 15 ottobre 2024 Cultura
Pochi giorni fa, nella trasmissione "Quante storie" condotta da ormai cinque anni dal giornalista Giorgio Zanchini, è stato ospite Pierluigi Battista, bravissimo scrittore e giornalista ex collaboratore di vari importanti giornali. Battista però ha avuto il torto di non prestare fede al suo nome, sinonimo di maggiordomo, e di confutare le tesi di Zanchini. O meglio: è stato Zanchini a confutare le tesi di Battista. Questo perché il giornalista romano difendeva un po' troppo la causa israeliana, mentre l'altro giornalista: romano anch'esso, ma più giovane di 12 anni, era più favorevole alla causa palestinese e alla casa da tutti negata ai palestinesi che ormai dal 1948 sono stati defraudati delle loro terre. Ma Pierluigi Battista ha saputo replicare da par suo allo Zanchini pensiero, un pensiero orientato a sinistra che altro non vede se non il sentiero tracciato da altri per altri loro sodali, senza minimamente tener conto delle ragioni altrui. E ce ne sono, di ragioni, ma i sostenitori duri e puri della causa palestinese questo non lo vedono né lo intravedono, arrivando a mettere sullo stesso piano: inclinato, tutti gli ebrei, compresi coloro che come Liliana Segre ne hanno passate di tutti i colori nei campi di concentramento per loro appositamente allestiti, uscendone vivi per il rotto della cuffia. Ora questo non sta a voler giustificare ogni mossa bellica prestabilita da Netanyahu, con il bombardamento indiscriminato su donne e bambini, su civili privi della divisa di soldato. Ma, certamente, non si può non giustificare l'esasperazione che gli israeliani detengono da anni verso i loro nemici, che altro non vogliono se non la cacciata, la dispersione degli ebrei, ebrei che durante la seconda guerra mondiale furono messi all'indice dagli arabi stessi, in combutta con i nazisti: Chiediamoci piuttosto perché ogni qualvolta si intraprende un trattato di pace di lì a poco scoppia una tragedia che vede come vittime sacrificali esponenti di una parte o dell'altra, in modo che tutto quanto viene messo nuovamente in discussione. Chiediamoci perché fino a non molti anni fa i terroristi palestinesi piazzavano bombe sugli aerei di linea per richiamare l'attenzione sui loro casi in particolare. Chiediamoci - e chiediamo alle gentili suffragette che li appoggiano - come mai le donne musulmane non godono di alcuna forma di libertà, d'espressione in primis, mentre Israele è l'unico Paese del Medio Oriente dove possono contare su una libertà pari grado. E' che quando si conduce un programma, seppure su una rete di sinistra, bisognerebbe evitare l'autogol. Eppure, siamo convinti che questo si possa e si debba fare, perché dal servizio pubblico ce lo si dovrebbe aspettare. Per cui, viva Pierluigi Battista e il suo pensiero fuori dalla greppia dei vetturini dell'informazione guidata.
Antonio Mecca