IN RICORDO DI GIOVANNI PAOLO II

Cento anni fa, oggi, nasceva Karol Wojtyla

Le persone che hanno più esperienza di me hanno avuto l'occasione di conoscere più pontefici.

C'è chi ha nel cuore Giovanni XXIII e la sua "date una carezza ai vostri bambini", chi Paolo VI, chi ancora Giovanni Paolo I e il suo sorriso.

Chi scrive ha nel cuore Giovanni Paolo II del quale proprio oggi, 18 maggio ricorre il centenario della nascita. Mi è caro, anche per motivi personali, quel 1920.

E allora il mio ricordo non sarà né un insieme di date né la ricostruzione della sua biografia.

Saranno ricordi legati a quanto ho visto e recuperato da filmati storici, almeno dei primissimi anni del suo pontificato.

La sera del 02 maggio 2005 Rai uno mandava in onda uno speciale condotto da Bruno Vespa.

Le condizioni del Papa, segnato negli ultimi anni della sua vita dal morbo di Parkinson, erano peggiorate al punto da ridurlo in fin di vita.

Pochi giorni prima, nonostante le evidenti difficoltà fisiche, aveva voluto presiedere a tutte le cerimonie della liturgia pasquale, compresa la tradizionale Via Crucis al Colosseo.
La sua ultima apparizione pubblica, dalla famosa finestra in San Pietro, si era conclusa con una benedizione impartita a gesti dopo che aveva tentato, invano, di far uscire la voce.

Ma torniamo a quella veglia.

Tutta la trasmissione era incentrata sui momenti più importanti del pontificato con tanto di testimonianze di chi lo aveva conosciuto di persona.

Non dimenticherò mai il momento in cui un commosso Bruno Vespa fece l'annuncio della dipartita.

Mi ritrovai a piangere e con me le persone che erano nella stanza in quel momento.
Se ne era andata una persona cara, uno di famiglia, una parte della mia storia che lui aveva accompagnato.

E allora mi ritornano in mente le altre immagini, quelle della vita.

La sua frase al balcone di San Pietro subito dopo l'elezione "Se mi sbaglio, mi corriggerete";

Il Papa che scia sulle montagne abruzzesi e su quelle stesse montagne fa lunghe camminate sostando per ammirare il paesaggio.

Il messaggio: "Non abbiate paura. Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!".
Sono parole di fede, certo, ma anche di speranza nell'uomo e nella sua capacità di reagire alle avversità.
Sembrano scritte per il nostro presente.

E ancora la sua allegria quando era, letteralmente, travolto dall'entusiasmo dei giovani per le giornate mondiali della gioventù; i suoi viaggi in giro per il mondo che lo hanno visto abbigliarsi nei modi più curiosi accogliendo e rispettando le tradizioni di tutti.
Il Papa, che all'udienza generale in Sala Paolo VI, gioca con una bambina piccola che è arrivata fino a lui coprendola e scoprendola con il suo abito.


Eleanor

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