STIRPE DI DONNE ALLA BIBLIOTECA ZARA
Con l'autrice Albertina Fancetti e il giornalista Enzo De Bernardis
Mi trovavo venerdì sera presso la Biblioteca Zara ad assistere alla
presentazione del romanzo “Stirpe di Donne” di Albertina Fancetti, per
accompagnare un'amica. Non ero del tutto convinta di partecipare, dato
che non conoscevo l'autrice e i suoi libri, tuttavia ho trovato la
presentazione particolarmente stimolante e diversa da quelle a cui avevo
assistito in precedenza e che a volte avevo trovato impegnative.
L'atmosfera che si respira in questa biblioteca è molto simpatica e
conviviale. Le persone che hanno partecipato facevano parte di un gruppo
di lettura mensile organizzato dalla struttura stessa e mi sono
sembrate abituate a leggere e a valutare i libri proposti.
L’editore Enzo De Bernardis, dopo aver salutato i presenti, ha messo
in evidenza l’importanza e l’attualità della Restanza, il bisogno
dell’autore di rifarsi alla propria esperienza di vita vissuta e di vita
ricordata attraverso il racconto dei familiari. Riprendendo
sinteticamente quanto lo psicanalista Massimo Recalcati ha scritto nel
volume A LIBRO APERTO spiegando come un libro possa divenire “Un
coltello, un corpo, un mare”. Un libro cioè senza muri, senza confini,
senza diritto di proprietà. Ha detto come il libro, creato dall’autore,
diventi per il lettore una vera fonte di creatività, sempre legata al
suo patrimonio culturale e alla sua fantasia.
Mi sono quindi lasciata contagiare dall’attenzione dei presenti e
dalla curiosità che dimostravano nei confronti di questo romanzo e della
stessa autrice. Un interesse che la Fancetti ha saputo alimentare
presentandosi in modo semplice e diretto sia nella gestualità, senza
restare in cattedra, sia nella parola.
Ha presentato il suo lavoro con sincerità, leggendone alcuni brani
per cercare di coinvolgere i presenti nel suo mondo e valutare se il suo
modo di scrivere potesse risultare gradito al pubblico.
Ha risposto alle domande che le sono state poste, alcune anche molto personali, ma del resto il romanzo è fortemente autobiografico e pertanto si era già evidentemente messa in gioco scrivendolo.
Ha risposto alle domande che le sono state poste, alcune anche molto personali, ma del resto il romanzo è fortemente autobiografico e pertanto si era già evidentemente messa in gioco scrivendolo.
Tutto questo ha contribuito a creare un sentimento quasi di intimità,
dove qualcuno si è sentito di esprimere i propri ricordi dell'infanzia
confrontandosi con quelli dell'autrice.
È stata una bella serata, interessante, all'insegna del piacere della
lettura e della sua interpretazione, come ci ha introdotto con grande
professionalità l'editore.
Carlotta Bertoloni