KEITH HARING : LA LINEA CONTINUA DELLA CULTURA DI STRADA A PALAZZO REALE
- 24 febbraio 2017 Cultura
Dal 21 febbraio al 18 giugno Palazzo Reale ospita 110 opere dell’artista – attivista Keith Haring, espressione della Pop Art.
« Mi è sempre più chiaro che l’arte non è un’attività elitaria riservata all’apprezzamento di pochi: l’arte è per tutti e questo è il fine a cui voglio lavorare » .
Fumetti, cartoon, segni, linee curve, figure antropomorfe, figure umanoidi i “radiant babies” (omini che irradiano) che danzano, si abbracciano, si baciano, i “barkings dogs” (cani che latrano), il giallo, il verde, il blu e il rosso, delimitati da una spessa linea nera o bianca, i colori prevalenti; nessun riflesso e nessun gioco di luci e contrasti, solo la forza di una figura che domina la scena: questi i tratti distintivi di Keath Haring, uno degli artisti simbolo della Street Art Newyorkese degli anni ’80. Questo è ciò che la mostra «Keith Haring. About Art» curata da Gianni Mercurio a Palazzo Reale dal 21 febbraio al 18 giugno - promossa e prodotta dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale, Giunti Arte mostre musei e 24 ORE Cultura - offre al visitatore. Le 110 opere in mostra, di grandi dimensioni, inedite o mai esposte nel nostro Paese sono messe in dialogo con le fonti d’ispirazione dell’artista, dall'archeologia classica alle arti precolombiane, dalle creazioni dei nativi americani ai maestri del Novecento quali Pollock, Dubuffet e Klee, per rendere il senso della complessità? della sua pratica artistica e sottolineare come i suoi riferimenti artistici e culturali vanno ben oltre la “banalizzazione” della sua arte in versione maglietta e portachiavi.
Il giro nelle sale della mostra porta l’attenzione subito ai colori tipici dei messaggi pubblicitari, accattivanti, in grado di trasmettere emozioni: dalla spensieratezza dei personaggi dei cartoon che manifestano amore e voglia di vivere ai disegni che comunicano l’opposto: malessere sociale, droga, abuso sessuale, violenza, morte. Secondo il suo pensiero l'arte è capace di cambiare il mondo e lui stesso si sente come un ponte tra l'universo dell'arte e quello delle strade di New York. Con pochi grafismi riesce a mettere la realtà davanti agli occhi così com'è, nuda e cruda. Grazie alla sua tecnica e agli argomenti da lui proposti è facile identificarsi nei suoi soggetti. Vive nell’America degli anni Ottanta, figlio dell’era atomica, della televisione, della tecnologia e della gratificazione immediata, ma anche del tempo in cui la discriminazione razziale, lo sfruttamento dei popoli, l’esclusione dalla società per la diversa nazione, etnia o religione, i pregiudizi verso gli omosessuali sono le questioni scottanti.
Il mio contributo al mondo - diceva Haring - è la mia abilità nel disegnare. Disegnerò il più possibile, per tutte le persone possibili, il più a lungo possibile. Disegnare è fondamentale, ed è sempre la stessa cosa dai tempi della preistoria. Unisce l'uomo e il mondo. Vive attraverso la magia.
E dai graffiti nelle metrò entra nei musei e nelle gallerie fino a conquistare l'immaginario collettivo. Il suo stile unico e originale compie una vera e propria sintesi narrativa tra l’arte della tradizione classica, all’arte tribale ed etnografica, dall’immaginario gotico, ai linguaggi a lui contemporanei, con incursioni finali nell’avanguardia digitale grazie all’uso del computer in alcune ultime sperimentazioni. Il suo linguaggio è in grado di ricomporre le forme dell’arte in un unico e personale immaginario simbolico, che sia al tempo stesso universale, per riscoprire l’arte come testimonianza di una verità interiore che pone al suo centro l’uomo e la sua condizione sociale e individuale.
Keith Haring, forse ancora più di Warhol, rappresenta il lato “Pop” dell'arte, l’artista che ha vissuto la strada, ha sperimentato le droghe, ha viaggiato in autostop, ha dichiarato apertamente la sua omosessualità e si è ammalato di AIDS morendo a solo 31 anni, l’artista militante che ha avuto a cuore così tanto le questioni sociali da dar vita alla Keith Haring Foundation. Quest'ultima ha contribuito alla creazione della mostra e ancora si prodiga in tanti progetti come quello dello “Street Beat Mobile Medical Unit” offrendo educazione sessuale e servizi di prevenzione contro l’Aids per le strade del Bronx, Northern Manhattan e Brooklyn a bordo di un camper decorato con gli inconfondibili personaggi di Keith. La sua campagna contro discriminazioni e malattia, così, continua ad attraversare le strade di New York.
GIUSI DE ROMA
Keith Haring. About art Milano, Palazzo Reale 21 febbraio – 18 giugno 2017 Orari: lunedì 14.30-19.30 / martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9.30-19.30 / giovedì e sabato: 9.30-22.30 (ultimo ingresso un’ora prima della chiusura) Ingresso: € 12 / € 10 / € 6