L'incomprensibile assassinio di Giulia

È una giornata grigia e piovosa, oggi, a Saonara, il piccolo paese nel cui cimitero di campagna è stata sepolta Giulia Cecchettin, la ventiduenne uccisa senza alcuna pietà dal suo ex del quale è disgustoso persino ricordarne il nome.
Pioggia e freddo in superficie, perché il sole ormai spento è sottoterra che si trova, all'estremità di una fila di tombe al cui settimo posto c'è la madre, morta nel 2022 e nata nel 1971, che divenne madre di Giulia il cinque maggio 2001. Il cinque maggio, data di morte di Napoleone, il condottiero francese che ha conquistato mezzo mondo. Giulia aveva invece conquistato tutti per via del suo carattere docile e simpatico, della sua fresca bellezza che sapeva rigenerare tutti coloro che la frequentavano. La foto che ritrae la madre è quella di una bella donna ancora 
giovane al momento della foto scattata, sulla cui lapide in pietra vengono riportate la data di nascita e quella di morte.
Il cimitero è piccolo e tranquillo, un cimitero di campagna che induce a pensare all'aldilà,
 a come siamo e a come saremo.
Come tutte le ragazze della sua età anche Giulia desiderava vivere, gioire, essere felice. Ma una mano assassina priva di pietà e discernimento ha reciso quel fiore, sottraendola alla visione di tante giornate di sole e di felice speranza, di risate squillanti e di sorrisi che sono come piccoli tranci di un frutto ancora in maturazione. Ci sono tanti fiori sulla tomba di questa ragazza ancora in divenire, la cui intelligenza, la cui volontà e generosità l'avevano resa quella meraviglia che era, non ancora arresa alle infamie dell'esistenza. Camminare fra i vialetti di questo cimitero di campagna poco frequentato dalla gente, gettare uno sguardo sulle lapidi presenti e sulle foto riportate, significa pensare a chi più non è anche se non lo si è conosciuto in vita. Quanti angeli si trovano fra noi; certo pochi, ma anche certo esistenti e resistenti alle cattiverie umane, che portano a chi li attornia una freschezza celestiale. L'amore che giovani creature sono in grado di fornire senza nulla pretendere è qualcosa di sacro che va rispettato. Rispettiamole di più queste giovani ragazze e non solo ragazze. Aspettiamoci da loro non la sottomissione ma l'oro che nell'anima alberga. Oro che ci fornirà la luce o il suo riflesso per poter percorrere il sentiero che essa illumina.  
Antonio Mecca

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