LA PRESENZA IMPORTANTE NEL TEATRO E NEL CINEMA DEL CARATTERISTA

La scorsa settimana abbiamo parlato della figura dei caratteristi, quegli attori che possono decretare o meno il successo di un film. Uno di loro, Giampiero Albertini, fu noto in Italia soprattutto negli anni '60 - '70 - '80. Il caratterista è in genere un attore di grande bravura che spesso supporta gli interpreti principali di un film, un telefilm, una commedia dando loro una marcia in più che gli serve per arrivare alla fine del lavoro riuscendo a divertire, commuovere, intrigare il pubblico in sala o in salotto, davanti a un palcoscenico o a uno schermo cinematografico oppure davanti a un minischermo televisivo. Uno fra i più bravi è stato di certo Franco Angrisano, fattosi conoscere al pubblico televisivo dei ragazzi dal 1968 al 1973 nel ruolo del buffo sagrestano Giacinto della serie "I ragazzi di Padre Tobia", per un totale di 14 episodi. Angrisano era nato a Potenza il 10 maggio 1926 ma presto si trasferì a Salerno perché il padre svolgeva la mansione di ferroviere ed era quindi suscettibile oltre che di cambio riguardante i binari anche di quello della località dove stabilire la sua residenza. Franco Angrisano iniziò a lavorare negli spettacoli della Compagnia del dopolavoro ferroviario della sua città di adozione, per poi esordire nel Cinema nel 1969 con il film "Gli infermieri della mutua". Vi lavorò fino all'anno della sua scomparsa, avvenuta il 20 settembre 1996, concludendo con il film "Positano", ultimo di 31 film tra i quali si ricordano "In nome del popolo italiano", "Polvere di stelle", "Il mio nome è Nessuno", "Piedone lo sbirro", "L'avaro". Eduardo De Filippo lo notò e lo volle nella sua compagnia in tre sue famose commedie: "Na Santarella". "Gli esami non finiscono mai", "Il sindaco del rione Sanità". Per chi è stato ragazzo alla fine degli anni Sessanta del Novecento dove l'unica Tv era costituita dalla Rai nella quale lo spazio riservato alla TV dei ragazzi era minimo ma non per questo meno importante, la figura di Angrisano, che più ci è rimasta nel cuore, è quella del sagrestano Giacinto, uomo ignorante ma buono, divertente per quello che dice e per come lo dice, buffo nel fisico di persona grassa e malvestita, gli occhi spesso sgranati come grani di un rosario con quale pregare i santi di non fargli vivere brutte avventure. Cosa questa che nella serie ideata da Casacci e Ciambricco, già autori del Tenente Sheridan, spesso il povero Giacinto si ritrova immerso nei guai che gli procurano i ragazzi dell'oratorio, fra i quali si distinguono la brava Valeria Ruocco e Alessandro Acerbo (futuro doppiatore di attori americani nonché della meteora Alessandro Momo, sempre da lui doppiato a partire dal famoso "Malizia"). Sulla banda di ragazzini di varia età supervisiona Padre Tobia, alias Silvano Tranquilli, bravo attore ed eccellente doppiatore. Franco Angrisano dona al suo personaggio un'aura di fanciullezza post datata che impreziosisce il personaggio a lui affidato, e che lo fa sopravvivere alle brutture del mondo che sempre ci sono state e sempre purtroppo ci saranno. Perché lui, privo di malizia quale è, è ben adatto a fare da accompagnatore - quasi un grosso Sanbernardo umanizzato - ai giovanissimi frequentatori della parrocchia di padre Tobia, e questo con una bravura attoriale che solo un grande caratterista, come Franco Angrisano era, poteva mettere in atto. I suoi ultimi anni Angrisano li dedicherà alle neonate compagnie teatrali che curerà, consiglierà e spesso affiancherà nei loro lavori, mostrando così una generosità da parte sua più che ammirevole.
Antonio Mecca

L'INGLESE CANTANDO

Milano in Giallo

di Albertina Fancetti, Franco Mercoli, Alighiero Nonnis, Mario Pace
EDB Edizioni

Com'è bella Milano

di Albertina Fancetti
EDB Edizioni

L'Osteria degli Orchi

di Albertina Fancetti
EDB Edizioni