LA RICCHEZZA IMMOBILIARE

Una componente fondamentale del sistema economico

Nel rapporto Istat - "La Ricchezza non finanziaria in Italia" del 2017 - emerge che il valore di tale ricchezza detenuta dagli italiani è di circa 9.505 miliardi di euro. Lo stock di attività non finanziarie è costituto per il 60% da immobili residenziali - pari a circa 5.700 mld - e per il 24% da immobili non residenziali. Gli altri beni di capitale fisso, materiale e immateriale, rappresentano meno del 10%. Le scorte pesano circa il 4%, i terreni coltivati meno del 3% del totale. 
I nostri Governanti hanno sempre considerato questo valore come variabile indipendente del sistema economico, cioè come ricchezza degli italiani, da tassare e tartassare senza particolari effetti sull'economia, anche a costo di deprimerne il prezzo di mercato. Si tratta viceversa di una ricchezza dell'economia italiana, componente fondamentale del sistema economico, il cui valore andrebbe politicamente presidiato. Non solo perché la Costituzione all’art. 47 afferma: «La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio...»
E quello investito nella casa - per motivi di sicurezza e di stabilità sociale ed economica -  dovrebbe esser il primo a venir "incoraggiato e tutelato", come prima forma di investimento delle famiglie.
Ma soprattutto per due ordini di ragioni: perché in caso di investimenti dall'estero il nostro sistema introiterebbe maggiore ricchezza e anche a motivo del fatto che un valore alto di mercato è un fattore fortemente incentivante le manutenzioni e le riqualificazioni in termini strutturali e funzionali degli edifici. Con tutto il conseguente indotto di attività edilizie, che potrebbe generare crescita economica.
Per avere un ordine di grandezza si pensi che, soltanto per manutenzioni e riqualificazioni degli edifici, nel 2017 sono stati spesi in Italia 47 miliardi di euro, contro i 19 miliardi investiti per l’acquisto di case nuove.
Non solo, ma se il valore del risparmio immobiliare rimanesse alto, gli italiani sarebbero indotti a maggiori consumi, spendendo parte dei 4mila miliardi di ricchezza mobiliare di cui dispongono.
Quali le vie per presidiare il valore di mercato degli immobili? Sostanzialmente due: la garanzia che non intervenga un aggravamento del carico fiscale, mantenendo la fiducia del risparmiatore, quanto meno nel senso che il risparmio investito negli immobili non perda valore: no a patrimoniali, a revisioni delle imposte successorie, a riforme catastali avventuristiche. 
D'altro lato occorrono misure atte a favorire gli interventi edilizio/urbanistici, per garantire la competitività degli immobili sul piano commerciale.
 
Achille Colombo Clerici

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