LA TRILOGIA DE PADRINO
- 05 novembre 2024 Cultura
Di recente ho rivisto la trilogia de "Il Padrino", films rispettivamente del 1972, 1974, 1990. Tutti e tre diretti da Francis Ford Coppola, tutti e tre scritti in coppia con Mario Puzo, autore del romanzo "Il Padrino" pubblicato nel 1969 e ripubblicato più volte nel corso degli anni, fino a raggiungere la vendita record di una decina di milioni di copie. Puzo, nato nel 1920, era stato uno scrittore che fino alle soglie dei cinquant'anni: aveva tirato a vivacchiare ricavando ben poco dai proventi del suo lavoro di giornalista-scrittore (quattro romanzi, molti racconti, numerosi articoli) e tollerato da moglie e figli per la tenacia che mostrava nel continuare a scrivere nonostante tutto e tutti. Ma la vendita da parte del suo agente alla casa editrice che lo avrebbe poi pubblicato: "Il Padrino", 1969, fu quello che si può ben definire un best - seller, che procurò allo scrittore denaro, fama, sicurezza in se stesso e riconoscimento da parte del pubblico e della critica. Perché "Il Padrino" è un romanzo davvero esplosivo, che ti inchioda per tutte le sue 450 pagine, in una successione di colpi di scena al fulmicotone, alternando la finzione narrativa con la realtà storica che spiega come la mafia siciliana si impadronì dei gangli della malavita organizzata strappandoli alla mafia irlandese e precedendo di molti anni quella cinese e portoricana. Il romanzo prima e il film poi sembrano quasi una lode rivolta alla malavita di origine italiana che tramutò il trittico Dio, patria e famiglia in qualcosa di sacro che non poteva venire insudiciato. E questo non mancò di attirare simpatie da parte della gente comune, in particolare quella di origine italiana. Come di origine italiana era Mario Puzo, nato a New York da genitori originari della provincia di Avellino. Mario durante la seconda guerra mondiale entrò nell'esercito finendo in Germania, dove trovò la sua futura moglie: la tedesca Erika, e materiale per il suo primo romanzo: "L'arena oscura", una storia autobiografica molto ben scritta ma scarsamente remunerativa: 3500 dollari soltanto gli fruttarono le vendite. Con il romanzo successivo: "The Fortunate Pilgrim ( da noi "Mamma Lucia") le cose andarono persino peggio: 3000 dollari in tutto. Se gli anni '50 rappresentano l'inizio della carriera di Mario Puzo, i '60 il prosieguo con all'attivo quattro romanzi e molti racconti, i '70 lo videro pubblicare un solo romanzo: "I folli muoiono". e un certo numero di sceneggiature (oltre alla serie de "Il Padrino", "Superman" uno e due, "Terremoto", "Cotton Club") vivendo non solo di rendita pecuniaria ma anche di rendita di gloria. Il cinema servì a rinverdire il successo del romanzo "Il Padrino", il cui terzo episodio cinematografico apparve all'inizio degli anni Novanta. La vicenda è costruita, soprattutto nel terzo film, come una tragedia scespiriana, dove il raggiungimento del potere e il suo mantenimento portano a comportamenti sempre più tragici. Il neo padrino non si ferma davanti a niente, conducendo alla morte il fratello Alfredo colpevole di avere appoggiato un attentato contro di lui, e del genero Carlo perché colpevole dell'attentato al fratello Sonny. Poi nel tragico finale del terzo film, ecco che la figlia Mary muore uccisa a colpi di arma da fuoco nel tentativo di difendere il padre. In questo ruolo ci sarebbe dovuta essere Winona Rider, che però declinò la parte perché stanca per i troppi film girati in quel periodo. Così sopravvenne Sofia Coppola, figlia del regista, la quale non sembra rifulgere per bravura. Sofia ha dimostrato in seguito di essere una più che brava regista, ma qui come attrice non sembra funzionare granché. Ecco perché molti bravi registi sono pessimi attori e viceversa, essendo i due ruoli non intercambiabili.
Antonio Mecca