LE VITTIME DEL GRATTA E VINCI: COME LEGNA DA ARDERE
- 05 giugno 2020 Cultura
Sette e Mezzo; Nuovo Portafortuna; Buon Anno; Simboli del Miliardario; Fai Scopa;
Nuovo 10 X; Mini Doppia Sfida; Turista per 10 Anni; Buon 2020; M’ama Non M’ama; Numeri
Fortunati; Super Sette eMezzo; Super Porta Fortuna; Nuovo Oroscopo; Area Gold; La Super
Tombola; Il Miliardario; Il Vincitore; Multistar; 20 X; Nuovo Doppia Sfida; Tutto per Tutto;
Nuovo Battaglia Navale; Turista per Sempre.
E ancora: Super Tombola (Sta volta senza articolo determinativo), Freccette, Il Miliardario Mega; Bonus Tutto Per Tutto; Nuovo 50 X; Il Miliardario Maxi, e infine, Nuovo 100 X.
Trentuno. Queste le tipologie di gratta e vinci in circolazione, sempre che non me ne sia sfuggito qualcuno o non ne siano usciti altri nel mentre. Il prezzo di questi agognati pezzetti di carta plastificata può variare da uno a venti euro e questo, escludendo del tutto la galassia (anche se buco nero sarebbe più appropriato), dei giochi on line, delle slot, totocalcio, totogol, Totò lascia o raddoppia.
Fino al 1993 gli unici giochi in circolazione erano il lotto, le lotterie nazionali, il totip e il totocalcio. E dopo? La fine del mondo; o meglio, l’inizio di un nuovo mondo, dove molti cittadini furono ridotti a mero combustibile per alimentare la macchina statale. I governi, Amato prima e Ciampi poi, in cerca di nuove entrate, introdussero le lotterie istantanee. Sotto Prodi l’estrazione del lotto divenne bisettimanale e venne autorizzata l’apertura delle sale scommesse; con Berlusconi si passò al lotto trisettimanale e ai giochi on line. Quest’ultimo inflisse il colpo di grazia alla già scarsa italica dignità: slot nei bar, videolotteria, 1000 sale poker, 7000 agenzie ippiche e, infine, i gratta e vinci.
Per avere una dimensione di quanto spendano gli italiani in questo settore, basti sapere che nel 2019 sono stai giocati 110,5 miliardi di euro, una cifra che ridicolizza la Manovra Finanziaria del 2020 pari a 30,2 miliardi.
Di articoli o analisi che studiano questo fenomeno ne esistono in grande quantità: dalla sociologia del diritto a quella della devianza, dalla psicologia alla psichiatria ma quasi tutti concordano sul rapporto tra indigenza (inscindibile dal grado di istruzione), e gioco compulsivo.
E sulla responsabilità morale dello Stato italiano? Anche qui qualcosa è stato scritto. Ma non abbastanza.
Il crepuscolo dell’essere umano, inteso come entità senziente e dotata di un’innata capacità di relazionarsi con i suoi simili è ormai un fenomeno globale e noi italiani, che non abbiam mai brillato per coesione nazionale e uniformità sociale, forse, siam rimasti ancor più alla mercé di quest’era individualista e priva di sostanza. Il passaggio dal libero pensiero all'indotto consumo è stato dolce, quasi gentile; senza traumi o forzature.
Un sistema economico affetto da psicopatia (bugiardo e pericoloso, in quanto privo di empatia o rimorso) e sociopatia (caratterizzato da un disprezzo patologico per il vivere comune e per i diritti altrui), celandosi dietro la maschera della virtù ci sta riducendo ai minimi termini e le classi meno abbienti sono le vittime per eccellenza.
Fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza. Con buona pace per il dantesco monito, in Italia come altrove, i bruti sono il combustibile essenziale e necessario per alimentare l’economia privata e di Stato; non vi è considerazione alcuna per loro né tantomeno la volontà di trarli in salvo dalla loro condizione. Sono come legna da ardere in un’ingorda stufa che brucia di continuo. Una fonte di reddito perenne della quale non si può ma, soprattutto, non si vuole fare a meno. E i tagli continui all'istruzione e alla cultura nel nostro paese sono fulgido esempio del proposito di mantenere la situazione invariata perché una popolazione istruita, preparata e in grado di discernere, lascerebbe suddetta stufa a secco.
Illuminante è il caso degli addetti allo spettacolo, alla cultura e al turismo (all'incirca 400.000 soggetti), che si sono visti gettar le briciole (un miliardo e mezzo), per poter sperare di sopravvivere dopo questa interminabile quarantena. Le scommesse, i giochini e i giochetti, invece, hanno ripreso a pieno regime: la pausa era dovuta al rischio assembramenti non al buon cuore né tantomeno alla pietas cristiana per gente già in precedenza residente alla Corte dei Miracoli.
A Milano ho la fortuna di vivere in una zona che rappresenta una linea di confine tra due mondi. Da un lato della strada piccoli negozietti, meglio sarebbe definirli boutique, frequentati dalla vezzosa e sofisticata borghesia meneghina, dove il pane costa 8,50 ero al chilo e le albicocche andrebbero quotate in borsa. Mentre dall'altro, un supermercato colmo di materie prime di quart’ordine e una tabaccheria, bazzicati dai numerosi residenti delle case popolari adiacenti. Puoi osservarli, male in arnese gli uomini e troppo truccate le donne, mentre attendono pazientemente in fila e a distanza di sicurezza di poter accedere alla ricevitoria. Quando ne fuoriescono, si appoggiano al muro di un palazzo o su uno dei tavolini e srotolano eccitati le loro pergamene di gratta e vinci con scritto sopra “questo gioco nuoce alla salute, può causare dipendenza patologica” . Tanto valeva scriverci sopra, non masturbarti troppo sennò diventi cieco : strano che il decreto dignità se ne sia dimenticato.
Quei piccoli cartoncini sono tutta la loro vita. Sfruttando subdolamente slogan che inneggiano al fancazzismo (turista per sempre) o a una vita agiata (il miliardario), lo Stato italiano, sotto mentite spoglie di magnanimo benefattore, alimenta le proprie finanze bruciando le loro vite mentre li illude di una vita che mai avranno.
Il gioco d’azzardo è sempre esistito. Sfidare la sorte, soprattutto per ottenere da un minimo sforzo il massimo risultato, è insito in tutti noi. Se si proibissero le scommesse la gente le cercherebbe altrove, anche se uno studio recente ha rivelato che la crescita di giochi legali è, sempre e comunque, direttamente proporzionale a quella degli illegali.
Ma se plausibile è concepire che la criminalità organizzata prosperi sulle disgrazie e la disperazione altrui, amorale e riprovevole è invece constatare che lo stesso comportamento venga adottato da una democrazia, cosiddetta evoluta.
E, intanto, la legna continua ad ardere.
Fino al 1993 gli unici giochi in circolazione erano il lotto, le lotterie nazionali, il totip e il totocalcio. E dopo? La fine del mondo; o meglio, l’inizio di un nuovo mondo, dove molti cittadini furono ridotti a mero combustibile per alimentare la macchina statale. I governi, Amato prima e Ciampi poi, in cerca di nuove entrate, introdussero le lotterie istantanee. Sotto Prodi l’estrazione del lotto divenne bisettimanale e venne autorizzata l’apertura delle sale scommesse; con Berlusconi si passò al lotto trisettimanale e ai giochi on line. Quest’ultimo inflisse il colpo di grazia alla già scarsa italica dignità: slot nei bar, videolotteria, 1000 sale poker, 7000 agenzie ippiche e, infine, i gratta e vinci.
Per avere una dimensione di quanto spendano gli italiani in questo settore, basti sapere che nel 2019 sono stai giocati 110,5 miliardi di euro, una cifra che ridicolizza la Manovra Finanziaria del 2020 pari a 30,2 miliardi.
Di articoli o analisi che studiano questo fenomeno ne esistono in grande quantità: dalla sociologia del diritto a quella della devianza, dalla psicologia alla psichiatria ma quasi tutti concordano sul rapporto tra indigenza (inscindibile dal grado di istruzione), e gioco compulsivo.
E sulla responsabilità morale dello Stato italiano? Anche qui qualcosa è stato scritto. Ma non abbastanza.
Il crepuscolo dell’essere umano, inteso come entità senziente e dotata di un’innata capacità di relazionarsi con i suoi simili è ormai un fenomeno globale e noi italiani, che non abbiam mai brillato per coesione nazionale e uniformità sociale, forse, siam rimasti ancor più alla mercé di quest’era individualista e priva di sostanza. Il passaggio dal libero pensiero all'indotto consumo è stato dolce, quasi gentile; senza traumi o forzature.
Un sistema economico affetto da psicopatia (bugiardo e pericoloso, in quanto privo di empatia o rimorso) e sociopatia (caratterizzato da un disprezzo patologico per il vivere comune e per i diritti altrui), celandosi dietro la maschera della virtù ci sta riducendo ai minimi termini e le classi meno abbienti sono le vittime per eccellenza.
Fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza. Con buona pace per il dantesco monito, in Italia come altrove, i bruti sono il combustibile essenziale e necessario per alimentare l’economia privata e di Stato; non vi è considerazione alcuna per loro né tantomeno la volontà di trarli in salvo dalla loro condizione. Sono come legna da ardere in un’ingorda stufa che brucia di continuo. Una fonte di reddito perenne della quale non si può ma, soprattutto, non si vuole fare a meno. E i tagli continui all'istruzione e alla cultura nel nostro paese sono fulgido esempio del proposito di mantenere la situazione invariata perché una popolazione istruita, preparata e in grado di discernere, lascerebbe suddetta stufa a secco.
Illuminante è il caso degli addetti allo spettacolo, alla cultura e al turismo (all'incirca 400.000 soggetti), che si sono visti gettar le briciole (un miliardo e mezzo), per poter sperare di sopravvivere dopo questa interminabile quarantena. Le scommesse, i giochini e i giochetti, invece, hanno ripreso a pieno regime: la pausa era dovuta al rischio assembramenti non al buon cuore né tantomeno alla pietas cristiana per gente già in precedenza residente alla Corte dei Miracoli.
A Milano ho la fortuna di vivere in una zona che rappresenta una linea di confine tra due mondi. Da un lato della strada piccoli negozietti, meglio sarebbe definirli boutique, frequentati dalla vezzosa e sofisticata borghesia meneghina, dove il pane costa 8,50 ero al chilo e le albicocche andrebbero quotate in borsa. Mentre dall'altro, un supermercato colmo di materie prime di quart’ordine e una tabaccheria, bazzicati dai numerosi residenti delle case popolari adiacenti. Puoi osservarli, male in arnese gli uomini e troppo truccate le donne, mentre attendono pazientemente in fila e a distanza di sicurezza di poter accedere alla ricevitoria. Quando ne fuoriescono, si appoggiano al muro di un palazzo o su uno dei tavolini e srotolano eccitati le loro pergamene di gratta e vinci con scritto sopra “questo gioco nuoce alla salute, può causare dipendenza patologica” . Tanto valeva scriverci sopra, non masturbarti troppo sennò diventi cieco : strano che il decreto dignità se ne sia dimenticato.
Quei piccoli cartoncini sono tutta la loro vita. Sfruttando subdolamente slogan che inneggiano al fancazzismo (turista per sempre) o a una vita agiata (il miliardario), lo Stato italiano, sotto mentite spoglie di magnanimo benefattore, alimenta le proprie finanze bruciando le loro vite mentre li illude di una vita che mai avranno.
Il gioco d’azzardo è sempre esistito. Sfidare la sorte, soprattutto per ottenere da un minimo sforzo il massimo risultato, è insito in tutti noi. Se si proibissero le scommesse la gente le cercherebbe altrove, anche se uno studio recente ha rivelato che la crescita di giochi legali è, sempre e comunque, direttamente proporzionale a quella degli illegali.
Ma se plausibile è concepire che la criminalità organizzata prosperi sulle disgrazie e la disperazione altrui, amorale e riprovevole è invece constatare che lo stesso comportamento venga adottato da una democrazia, cosiddetta evoluta.
E, intanto, la legna continua ad ardere.
Riccardo Rossetti