MILANO CITTA’ D’ACQUA – parte prima
- 02 maggio 2019 Cultura
Le varie funzioni del Redefossi
Milano
è sempre stata una città d’acqua. A vederla adesso non si direbbe
ma in passato i numerosi fiumi limitrofi e l’abbondanza di risorse
idriche nel sottosuolo, la resero una città opulenta, ammirata e
decantata da molti: rogge, fontanili e canali, contribuirono al
suo sviluppo sociale ed economico. Tra questi vi era un fossato, meno
noto di altri ma di estrema importanza, che da ormai quasi sette
secoli sta aiutando i milanesi. Pur avendo cambiato più volte le sue
funzioni passando da difensivo, agricolo, scolmatore e infine
fognario, questo canale esiste ancora e, per quanto interrato
nell'area urbana, è ancora visibile fuori città. Il suo nome
è Redefossi (Redefosso) o Retro Fossum. Che sta alle
spalle. Che protegge.
Prima di raccontare la sua storia e per
evitare di fare confusione, cominciamo con un piccolo ordine
cronologico dei fossati comparsi nel tempo perché a ogni nuovo
cerchio d'acqua è sempre corrisposto un balzo in avanti di
Milano.
Il primo fossato venne scavato intorno al 300
d.C. sotto l’Imperatore Massimiano Erculeo, che fece di Milano la
capitale dell’Impero Romano di Occidente. Il percorso, a ridosso
delle mura erette per difendere la città, corrispondeva alle odierne
Vie Montenapoleone, Durini, Verziere, Delle Ore, Pecorari, P. da
Cannobbio, Maddalena, Cornaggia, Stampa, Circo, Cappuccio, Nirone,
Magenta, S. Giovanni sul Muro, Cairoli (Largo), Cusani,
Dell’Orso e Monte di Pietà. Questa piccola cerchia,
alimentata dalle acque del Seveso, confluiva nel Canale della Vetra
per poi scaricarsi nella Vettabbia.
Riccardo Rossetti
Continua domani ore 13,00