GIANLUIGI BONELLI
- 01 settembre 2017 Cultura
Non vi è dubbio alcuno che una delle forme più autenticamente popolari della cultura omonima sia il fumetto, nato negli Stati Uniti il 7 luglio 1895 sul New York World con il personaggio di Yellow Kid.
E non vi è altrettanto dubbio che uno dei fumetti più belli, più longevi e meglio realizzati sia stato ed è quello di Tex Willer, creato nel 1948 dal milanese Gianluigi Bonelli, nato il 22 dicembre 1908 nella nostra città dove avrebbe trascorso buona parte della sua esistenza. Bonelli inizia la sua carriera intorno alla fine degli anni '20, pubblicando alcune poesie sul Corriere dei Piccoli, quindi prosegue scrivendo racconti pubblicati dall'editore Sonzogno e - nel 1936 - sul giornale L'Audace pubblica a puntate il romanzo "Le tigri dell'Atlantico", seguito da "Il crociato nero" e "I fratelli del silenzio" entrambi pubblicati nel 1940. Sempre negli anni '30 e sempre su L'Audace esordisce come fumettista scrivendo le sue prime sceneggiature, per poi trasferirsi sulla rivista L'Avventuroso. Nel 1940 acquista i diritti della testata L'Audace creando così la casa editrice che con vari nomi è arrivata fino ai giorni nostri. Nel 1941, in piena guerra, inventa il personaggio di Furio Almirante, un ex pugile italiano emigrato negli Stati Uniti e in lotta con i malvagi. Questo personaggio sopravvivrà fino agli anni '60, fino al periodo ante Fini in cui il suo omonimo politico il cui nome era Giorgio che, come il santo, imperverserà sempre più nell'agone politico, un agone in grado di pungere il balloon del fumetto e farlo scoppiare per poi disperderne le parole in esso contenute contribuendo ad aumentare quelle già esistenti, perché di parole all'aria il mondo politico ne è pieno. Durante la guerra Bonelli ripara in Svizzera, per poi fare ritorno a fine conflitto in Italia, stabilendosi dapprima a Genova, e poi nella sua Milano. Qui prende a collaborare con la ex moglie Tea, una donna bella e intelligente che dirige la casa editrice Audace e per la quale creerà e scriverà le sceneggiature di numerosi personaggi. Fra questiquello di Tex, il ranger del Texas apparso per la prima volta nel 1948 disegnato dal grande Aurelio Galleppini in arte Galep, che ne avrebbe disegnato le storie, da solo, per molti anni. Nonostante Tex il cui successo sempre più crescente lo assorbe non poco, Bonelli creerà altri personaggi, fra i quali: Yuma Kid, Rio Kid, Hondo. Proseguirà inoltre le storie della serie "Un ragazzo nel Far West", personaggio creato dal figlio Sergio e poi abbandonato, così come il padre dovrà poi per raggiunti limiti di età abbandonare gradualmente il personaggio di Tex alternandosi con il figlio - nel frattempo diventato creatore di Zagor ed editore della casa editrice - e poi con altri sceneggiatori tra i quali bisogna ricordare Claudio Nizzi e Mauro Boselli. L'ultima avventura scritta da Gianluigi è stata "Il medaglione spagnolo", uscita nel 1991, dieci anni prima della sua morte.Bonelli è stato un grande autore che senza mai andare nel West riuscirà, documentandosi accuratamente, a scrivere centinaia di storie ambientate in un luogo e in un'epoca da lui né vissuta né visitata (ci andrà soltanto nel 1988, accompagnato dal figlio Sergio). La sua grande fantasia gli permetterà di creare storie affascinanti ispirandosi come stile a Dumas padre, Victor Hugo, Jack London, Emilio Salgari. Nel 1967 fu il primo sceneggiatore a vincere il premio Yellow Kid al salone internazionale dei comics di Lucca, e nel 1995 il premio Anafi: associazione nazionale amici del fumetto e dell'illustrazione per la sua lunga e sempre validissima attività. Bonelli era solito dire che Tex era lui, perché insofferente, come il suo celebre personaggio ai torti che sempre più i prepotenti infliggono ai sempre più deboli e sottomessi. Nel leggere queste storie indubbiamente avvincenti, non si può non ricordare l'avversione che gli educatori dei decenni passati nutrivano per il fumetto, considerato diseducativo e pericoloso per la formazione della gioventù. Invece storie come quelle di Tex sono al contrario educative perché propongono il Bene, la giustizia come baluardo contro il male, e se per combatterlo adeguatamente ci vorrà una dose di violenza pari se non superiore a quella utilizzata dai criminali, ben venga: non sarà altro che una cura omeopatica da mettere in atto fra un atto e l'altro della grande commedia umana che Bonelli prima, e i suoi epigoni poi, avranno utilizzato per allestire le loro splendide storie. Milano ha dedicato, il 21 maggio 2010 a Gianluigi Bonelli un giardino, sito in via Fratelli Antona Traversi. A Roma invece un viale, nel quartiere Torrino Mezzocammino, zona interamente dedicata ai fumettisti (Largo Jacovitti, viale Pratt, via Bonvicini, ecc.). E chi lo sa che questi grandi del passato possano in un'altra dimensione utilizzare le loro nuvolette come balloon per cavalcare - come gli indiani erano soliti dire - nei pascoli del cielo. Un cielo scaldato dal sole e illuminato dalla sua luce che solamente chi possiede una luce interiore intensa come certi Artisti possiedono può produrre.
Antonio Mecca