Milano è femmina. O la si ama o la si odia
- 02 febbraio 2018 Cultura
Ermanno Accardi e Domenico Megali la raccontano intrecciando i loro vissuti con quelli della città
n buon calice di vino e la lettura di un buon libro, il 1° febbraio all’Enoteca Siciliana “Sikania” in via Giuseppe Covone 19 con gli autori Ermanno Accardi e Domenico Megali si è presentato il libro “Milano è femmina. Un po’ mamma e un po’ puttana”. Raccontano la città di ieri e quella di oggi senza filtri se non quelli dei loro occhi e della loro memoria.
Donna con forti sentimenti, è descritta Milano, o la si ama o la si odia. È discreta, è elegante. Sussurra e non grida. Ammicca, corteggia e si fa corteggiare con delicatezza. È riservata ed equilibrata nella sua bellezza. Non è la donna caciarona, grossolana, trasandata, volgare e sguaiata quella che conquista il cuore, ma è quella che sa esprimere con delicatezza la propria bellezza. Che la esalta con garbo, classe e stile. Femmina è la donna che ama, che sia signora, madre, moglie o amica. E che si fa amare. Che attrae, coinvolge e di cui non se ne può fare a meno. Per amarla ci vuole poco, per capirla un po' di più, per conoscerla una vita non basta. A volte si svela mostrando luoghi e atmosfere meritevoli d'essere ricordate. Basta sbirciare oltre i suoi portoni e si scopre un mondo. E si lascia abitare da una moltitudine di razze, lingue, usanze, odori, sapori con cui il milanese doc scherza, ironizza, sdrammatizza, arriva a un compromesso. È l'animo accogliente della città, che dà amore a tutti e in questo è un po' puttana, perché Milano non rifiuta il suo abbraccio a nessuno.
E di accoglienza in questo libro se ne parla tanto, perché i due autori raccontano attraverso i loro ricordi e le loro esperienze personali, quanto e come questa città sia sempre stata in grado di accogliere chiunque abbia deciso di sceglierla. Chiunque sia stato in grado di accorgersi di quell’amore, che si fonde nella nebbia e nelle notti, dove accanto al rumore del traffico cittadino vi è anche il rumore del silenzio, quello che arriva dritto al cuore. E di quel silenzio, Umberto Saba, riferendosi alle illuminazioni pubblicitarie che ricoprivano la facciata di palazzo Carminati, in piazza del Duomo, scriveva: “A Milano al posto delle stelle, ogni sera si accendono parole”. Parole e bellezza seducente come diceva Giovanni Verga “Qualche volta c'è proprio bisogno di una tenace volontà per resistere alle sue seduzioni, e restare al lavoro”. Le seduzioni di cui parla lo scrittore siciliano sono “l’aria respirabile perché viva la mente, la febbre di fare; in mezzo a codesta folla briosa, seducente, bella, che ti si aggira attorno, dove provi il bisogno d'isolarti, assai meglio di come se tu fossi in una solitaria campagna. E la solitudine ti è popolata da tutte le larve affascinanti che ti hanno sorriso per le vie e che son diventate patrimonio della tua mente”.
GIUSI DE ROMA