DE PISIS, UN PROTAGONISTA DELLA PITTURA ITALIANA
Inaugurata la mostra al Museo del Novecento di Milano
Il Museo del Novecento dedica un’ampia retrospettiva all’artista
ferrarese Filippo Tibertelli de Pisis in arte Filippo de Pisis -dal
cognome recuperato da un avo con il quale l'artista iniziò più tardi a
firmarsi- una figura di grande rilievo del Novecento italiano e uno dei
protagonisti dell’esperienza pittorica tra le due guerre. Tra vedute
urbane, nature morte e fantasie marine, oltre novanta dipinti tra i più
"lirici" della sua produzione sono in esposizione a Milano fino a marzo
2020.
La mostra, promossa e organizzata da Comune di Milano-Cultura e dalla
casa editrice Electa con il sostegno dell’«Associazione per Filippo de
Pisis» presieduta dal nipote, omonimo dello zio paterno, è a cura di
Pier Giovanni Castagnoli con Danka Giacon – conservatrice del Museo del
Novecento. È stata inaugurata dal sindaco di Milano Giuseppe Sala,
dall’assessore alla Cultura del Comune Filippo Del Corno e dalla
direttrice generale arte mostre e musei Electa. Tra le personalità
invitate, grandi appassionati di arte come Maurizio e Pia Corvi Mora,
Manfredi e Elke Landi di Chiavenna, Josine Dufour Pareto Spinola,
Alberico e Luisa Barbiano di Belgiojoso, Carlangelo e Maria Luisa Menni
di Vignale, Paolo e Anna Lazzaroni Andina, Virgiliana Tibertelli de
Pisis con le figlie Maddalena e Nicopeia, Marco e Silvia Soresina,
Giancarlo e Marina Robbi de Agostini, Ariberto Fassati di Balzola,
Corrado Sforza Fogliani, Niccolo' e Anna Maria Calvi di Bergolo,
Elisabetta Galasso, Grazia Gianferrari, Roberto e Laura Pontremoli, il
presidente di Assoedilizia e dell’Associazione Amici di Milano Achille
Colombo Clerici con la moglie Giovanna.
Suddivisa in dieci sale, l’esposizione segue un andamento cronologico
che introduce al visitatore l’universo di Filippo de Pisis (Ferrara,
1896 – Milano, 1956), a partire dagli esordi nel 1916 e dall’incontro
con la pittura metafisica di de Chirico fino agli inizi degli anni
Cinquanta, con il drammatico periodo del ricovero nella clinica
psichiatrica di Villa Fiorita. Le opere provengono dalle principali
collezioni museali italiane, tra cui figurano la Galleria d’Arte Moderna
e Contemporanea di Ferrara, il Museo delle Regole Mario Rimoldi di
Cortina d’Ampezzo, la Galleria d’Arte Moderna di Torino, il Mart di
Trento e Rovereto, Ca’ Pesaro di Venezia e la Galleria Nazionale d’Arte
Moderna e Contemporanea di Roma.
Pittore versatile, viaggiatore instancabile e poeta, de Pisis
percorre il Novecento attraversando paesi e movimenti pittorici senza
mai aderire unicamente a una singola corrente. I continui viaggi tra
Milano, Roma, Venezia, Parigi e Londra, hanno contribuito ad arricchire
quella visione internazionale che renderà la sua prospettiva del tutto
unica, ispirandone ricerca espressiva e plasmandone la pittura.
Da “Le cipolle di Socrate” (1926) a “Soldatino francese” (1937), le
opere in mostra al Museo del Novecento ripercorrono i temi cruciali
della poetica dell’artista ferrarese. L’enfasi viene posta sul talento
versatile e sull’incredibile ricchezza dei soggetti, che spaziano dai
suggestivi paesaggi montani alla ritrattistica più dettagliata, in grado
di cogliere con grande vivacità la personalità della figura descritta -
senza sottovalutare le affascinanti composizioni di nature morte e le
ampie vedute urbane.
Da primavera 2020 l’esposizione sarà ospitata al Museo Nazionale
Romano di Palazzo Altemps in linea con il programma dedicato all’arte
del Novecento italiano.
Le mostre saranno accompagnate da un unico catalogo edito da Electa.
Nella foto: Filippo Tibertelli de Pisis con Achille Colombo Clerici