MUORE UN PROTAGONISTA DELLA SCENA PUBBLICA

Quando una persona del calibro di Silvio Berlusconi scompare dalla scena pubblica, è naturale fermarsi a riflettere - e riandare indietro con la memoria alle tante, innumerevoli volte che la persona in questione è comparsa, e fin quasi da subito, come un protagonista a tutto tondo. Un tondo eseguito con la grazia di Giotto quando eseguì il suo cerchio, perché uomini come Silvio Berlusconi ne nascono con il contagocce, e qui può tornare alla memoria quella scena del film "Giù la testa", dove James Coburn utilizza proprio il contagocce per prelevare la micidiale nitroglicerina e utilizzarla nel versarla sugli obiettivi a lui interessati.
Le deflagrazioni che geni del calibro di Berlusconi hanno saputo produrre ancora permangono perché per fortuna di deflagrazioni positive si è trattato, che sono servite ad abbattere il vecchiume esistente per permettere l'ingresso di una ventata di ossigeno per rianimare una società asfittica (la vecchia Tv di Stato ne è un esempio) per portare novità a iosa che contenessero anche cose magari disdicevoli, ma
 soprattutto una gioia di vivere, di pensare, di stupire, di costruire che i cupi anni Settanta del terrorismo imperante avevano messo in ginocchio e ora che ci si poteva rialzare si era come pronti a una corsa per tagliare il traguardo che si era prefissato. Berlusconi: che non a tutti poteva piacere, ha saputo infondere una carica vitale che non ha esaltato soltanto i suoi lavoranti che lui - per rispetto - definiva "collaboratori", ma anche milioni di persone che poi confluirono nel 1994 nel partito da lui fondato. L'importanza di credere in se stessi, nelle proprie capacità, o di delegare persone che si ritengono superiori per intelligenza, intraprendenza, abilità: è certo più che comprensibile. Qui non si vuole levare un peana a una persona importante appena scomparsa, ma neppure abbatterla per poi farla a pezzi e seppellirla quindi nella polvere. Le tante vicende giudiziarie che lo hanno travolto e di sicuro sconvolto - e dalle quali è sempre riuscito a risollevarsi ma che non è improbabile abbiano finito per segnarlo nel fisico fino a debilitarlo, - hanno consegnato ai posteri questo personaggio anomalo del quale, come si suole dire, la Storia finirà per dare un giudizio. Berlusconi: nato a Milano il 29 settembre 1936 e morto a Milano Due, all'ospedale San Raffaele, il 12 giugno 2023, ricevette nel 1977 l'Ordine al merito del Lavoro, e fu in seguito quattro volte presidente del Consiglio e: dal 2013, senatore. Quando nel 1976 rileva la già esistente Tele Milano, tv a circuito chiuso che doveva servire per svagare gli abitanti di Milano Due, forse neppure lui immaginava che di lì a soli quattro anni si sarebbe trasformata in Canale 5 e sarebbe riuscita a fare concorrenza alla Rai, prelevandone in breve tempo Star quali Mike Bongiorno, Corrado, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, Pippo Baudo e Raffaella Carrà. Che poi alcuni di loro fecero ritorno alla Tv pubblica o: come Baudo, avanti e indietro fra l'una e l'altra emittente, poco importa. L'importante è che nacquero ma non nocquero programmi come Drive In, Striscia la notizia, Tg 5. Sempre curati in prima persona dal magnate, che non fu il classico padrone delle ferriere come qualcuno lo definì o ridefinì, ma un uomo gentile e generoso che forse dovette pagare troppo quello che anche ingiustamente può avere commesso. E Milano Due non è stata, non è, "America e non Italia", come disse un tecnico americano di origine messicana chiamato ad operare per alcuni giorni mentre camminavamo per la città satellite. Era stato un sogno realizzato, un sogno che ovviamente non potevano permettersi tutti perché non era alla portata di tutte le tasche ma che servì al suo ideatore per farsi una pubblicità positiva più che meritata. Dopo le esequie in Duomo, Berlusconi riposerà nella Villa San Martino. E chi lo sa che, come San Martino il quale tagliò a metà il suo mantello per farne dono a un povero infreddolito, anche lui potrà tagliare a metà il manto di stelle dove forse andrà a soggiornare per beneficiare le stalle sottostanti - dalle stelle alle stalle - e farle tornare astri luminosi in grado di illuminare la strada al viandante. 
Antonio Mecca

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