NATUROPATIA IN BREVE 29
- 28 giugno 2020 Cultura
Il latte fa bene o fa male?
Dicono che il latte "fa bene alle ossa". Ma chi lo dice dovrebbe informarsi meglio. Diverse ricerche epidemiologiche dimostrano che l'osteoporosi e le fratture ossee sono più comuni tra le popolazioni che consumano molti latticini e altri alimenti animali rispetto alle popolazioni tendenzialmente vegetariane, confermando indirettamente come l'osteoporosi non si possa considerare solo come una malattia da carenza di calcio. Altri studi inoltre rilevano che un’alimentazione ricca di frutta e verdura è associata ad una maggiore densità ossea. Il calcio alimentare è presente soprattutto nei cavolfiori e tutti i tipi di cavolo, nelle verdure a basso contenuto di ossalati (tutte le verdure a foglia eccetto spinaci e bieta), nelle mandorle, semi di sesamo, cereali integrali, legumi. Non va sottovalutato l'apporto di questo elemento ad opera delle acque minerali. Il latte quindi non è certo l'unica, né la migliore, fonte di calcio e il suo consumo porta con sé molti svantaggi. Il latte di mucca ha un contenuto di calcio tre volte superiore a quello umano. Per venire assimilato, i livelli di magnesio dovrebbero essere in proporzione uguali a quelli del calcio e non lo sono. Inoltre ci sono numerose malattie collegate con il consumo di latte come la leucemia, diabete, e malattia di Crohns. Ad eccezione del latte scremato, il latte e i prodotti di sua derivazione sono ricchi di grassi saturi e colesterolo, che favoriscono l'insorgenza di arteriosclerosi, in più, il latte vaccino viene frequentemente contaminato con antibiotici, ormoni della crescita, oltre che con gli erbicidi e i pesticidi veicolati dal foraggio. Inoltre i trattamenti di sterilizzazione permettono in realtà la sopravvivenza nel latte di germi, e la Direttiva Europea 92/46/CE stabilisce un limite non superiore ai 100 mila germi per mL. La stessa Direttiva ammette anche un contenuto non superiore a 400 mila per mL di "cellule somatiche", il cui nome comune è "pus". Molti soggetti asiatici, africani ma anche europei, sono incapaci di digerire lo zucchero del latte, il lattosio, con conseguenti coliche addominali, gas e diarrea. Il lattosio, poi, se viene digerito, libera il galattosio, un monosaccaride che è stato messo in relazione con il tumore dell'ovaio. Per non parlare delle allergie il latte è uno dei maggiori responsabili di allergie alimentari: durante la sua digestione, vengono rilasciati oltre 100 antigeni (sostanze che innescano le allergie). Spesso i sintomi sono subdoli e non vengono attribuiti direttamente al consumo di latte, ma molte persone affette da asma, rinite allergica, artrite reumatoide, migliorano smettendo di assumere latticini. Il latte è un alimento naturale, ogni neonato dovrebbe essere allattato al seno come da sempre la donna ha fatto, "ci hanno programmato", per questa strada, il latte bovino o d'altri animali, pur con tutti i tentativi di umanizzare, non è adatto all'intestino di un bebè. La vacca deve allattare il suo vitello, la scrofa i suinetti, la gatta i gattini, la leonessa, i suoi cuccioli e così via. Ogni variazione sul tema, si scontra con la legge naturale dell'estraneo, quindi del non idoneo al nostro patrimonio genetico naturale.
Claudio Dianese Naturopata