NOCETUM: TRENT’ANNI DI STORIA, DI LAVORO, DI RELAZIONI (1° parte)

Per i Trent’anni la comunità Nocetum, nella periferia sud-est milanese in via San Dionigi 77, ha fatto festa per tre giorni dal 3 al 5 maggio: ricordi, commemorazioni, bilanci per il lavoro compiuto, incontri con il vescovo Delpini, il vicesindaco Anna Scavuzzo, il sindaco Sala, l’assessore all’Urbanistica, Pier Francesco Maran, il vicedirettore del programma di Senologia dello IEO e coordinatrice del Women’s Cancer Center, Viviana Galimberti insieme ai volontari e agli operatori. La Chiesetta, la City Farm, la Cascina, la Cucina Professionale, il Laboratorio di trasformazione, il Campo coltivato, luoghi chiave del Centro, inclusi in una narrazione di coesione sociale, d'inserimenti lavorativi, una sorta di mappa che traccia le tappe di una storia che continua tutt’ora. La padrona di casa, co-fondatrice e presidente della onlus Nocetum, Gloria Mari, ci ha raccontato i luoghi simbolo dell’esperienza Nosedo.

La chiesetta dei Santi Filippo e Giacomo, cosa ha significato per Nocetum?

Nel settembre del 1988 suor Ancilla e un gruppo di volontari scoprì la chiesa in rovina e abitata da topi e bisce, ripulita, divenne subito sede per gli incontri di preghiera e ben presto se ne riconobbe il valore storico con il ritrovamento di reperti archeologici sia sotto il pavimento sia nell’abside con gli affreschi di scuola lombarda. Tra alterne vicende di vitalità religiosa e degrado, due sono i momenti storici significativi; nei primi secoli del primo millennio i vescovi milanesi e parte della popolazione si rifugiavano per sfuggire alle invasioni barbariche; il secondo evento risale al 1200 – 1250 quando alcuni monaci dell’Abbazia di Chiaravalle vi si stabilirono e costituirono una grangia (antica fattoria). Rappresenta il cuore spirituale.

E la Cascina?

Le tracce del borgo Nosedo risalgono alla sepoltura del vescovo di Milano morto nel 569. Da Grangia (antica azienda agricola) come denominata nel Libro de li Prati del Monastero di Chariavalle del 1578 a Nocetum che nel 2000 ha in uso gli immobili e gli spazi verdi circostanti, stipulando un contratto d’affitto con il Consorzio delle Acque navigabili Milano Cremona Po e l’Associazione Nocetum. Grazie ai progetti il luogo è stato risanato, costruita una pista ciclabile, realizzato il piazzale antistante la Chiesetta. La posizione strategica tra città e campagna, la tipologia di “cascina rurale” adatta ad attività all’aperto, il recupero funzionale e la valorizzazione territoriale, l’accoglienza di persone disagiate, in particolare donne con bambini, accolte in alloggi indipendenti, la creazione di sale comuni per manifestazioni di diversi gruppi etnici e il trasporto pubblico vicino che permette di raggiungere il centro-città in poco tempo, hanno reso la Cascina, Caso Studio nella pubblicazione internazionale the City Crisis, the Priority of the XXI Century, presentato al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite nel 2009, in vista di una Risoluzione ONU. Rappresenta la Cascina lo stile di vita sostenibile e responsabile che la comunità ha scelto.

Giusi De Roma

Segue 6/5 ore 17,00






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