PARCO NORD MILANO, 640 ETTARI DI VERDE IN CITTA’
- 07 gennaio 2018 Cultura
Il Parco Nord Milano - periurbano metropolitano situato nella periferia nord di Milano - si estende tra i Comuni di Milano (Municipio 9), Bresso, Cusano Milanino, Cormano, Cinisello Balsamo e Sesto San Giovanni.
Realizzato inizialmente sulle aree dismesse, subito dopo la guerra, della Breda Aeronautica, la sua ideazione risale alla fine degli anni sessanta e nel 1970 è classificato da un decreto prefettizio come "parco di interesse pubblico", ma è solo nel 1975 che viene riconosciuto dalla Regione Lombardia come parco regionale. I primi interventi di riforestazione furono avviati a partire dal 1983 e furono realizzati grazie all'attività dell'Azienda regionale delle Foreste della Regione Lombardia, sotto la guida di Paolo Lassini. La sua gestione è affidata a un Ente pubblico composto dai sei comuni intorno al parco e dalla Città Metropolitana di Milano. Il parco sorge in un contesto tra i più densamente urbanizzati d'Europa, caratterizzato dalla presenza di storiche fabbriche (oggi quasi del tutto scomparse) e grandi quartieri edilizi che, nel tempo, hanno saldato la periferia nord di Milano al suo hinterland. Grazie all'istituzione del parco, i residui appezzamenti agricoli riusciti a scampare dalla cementificazione sono stati in parte bonificati, rinverditi e attrezzati per l'uso pubblico; in parte sono rimasti intatti, a testimonianza delle profonde modificazioni subite dal territorio.
I primi rimboschimenti, oramai diventati veri e propri boschi con piante di un'età media di 25 anni, sono il simbolo del lavoro intrapreso e di una scommessa vinta. Il Parco Nord così si è trovato a partire dalla fine degli anni novanta per la prima volta, a dover gestire problemi di tipo agroforestale. I boschi più maturi, oltre 60 ettari, e i filari che contornano i percorsi ciclabili, e anche quelli pedonali, sono composti da piante ora alte 20-25 metri che necessitano di essere seguite passo passo nel loro accrescimento, pena l'ammaloramento, l'indebolimento, il rischio di danni alle cose e soprattutto pericolo per l'utenza, oppure uno sviluppo scorretto. Nel corso del 2000 il servizio gestione del parco ha dato avvio a un progetto innovativo di manutenzione arborea: attraverso la tecnologia GPS (rilevamento satellitare) sono stati raccolti i dati sulle caratteristiche, lo stato di salute e la storia degli interventi realizzati relativi alle singole alberature disposte a filare. Un lavoro analogo è cominciato nel corso del 2001 per le particelle forestali.
Il Parco Nord Milano attualmente può contare su oltre 350 ettari di verde, suddivisi in zone boschive, radure, filari, macchie arbustive, siepi e piccoli specchi d'acqua. Il parco continua a espandersi e a crescere, sia in superficie sia nel patrimonio arboreo. Si stima che fra gli alberi ad alto fusto, gli arbusti e le piante ornamentali, il Parco Nord Milano conti oltre 100 diverse specie legnose, delle quali però solo il 30% circa autoctone. Fra gli arbusti selvatici impiegati nelle operazioni di rimboschimento sono state privilegiate specie che hanno visto negli ultimi tempi contrarsi sensibilmente il livello di diffusione, divenendo sempre più rare, in quanto scarsamente utilizzate dall'uomo Tali specie, inizialmente frutto di inserimenti artificiali, si sono via via riprodotte spontaneamente, andando a ripopolare sempre più il sottobosco. Oltre a queste specie vanno segnalati diversi casi di piante erbacee già presenti in natura in queste zone, ma seriamente compromesse per via dell'intensiva urbanizzazione a cui sono state sottoposte le zone del milanese, ricomparse spontaneamente fra la vegetazione tipica del parco. Fra questi il bucaneve, il campanellino di primavera, l'anemone dei boschi, la colombina intermedia, la fragola di bosco e la scilla silvestre. Fra i fiori spontanei che crescono nel Parco, si segnalano fra le specie insolite o relativamente rare per la zona il garofanino dei Certosini (specie di montagna, che si può ammirare fra i cespugli sul rilevato a sud-ovest della Montagnetta e il lino selvatico, nei prati a est del Campo Volo e a sud di via Villoresi, a Bresso. Purtroppo è da segnalare la presenza di molte specie aliene infestanti e di difficile eradicazione.
Nel gennaio 2011, nel settore nord si sono aperti i cantieri per la costruzione del primo lago del parco, che riceverà l'acqua del canale Villoresi dal Parco del Grugnotorto. Il bacino sarà di poco superiore ai cinquemila metri quadrati, con una profondità massima di tre metri e mezzo mentre un apposito sistema di canali provvederà alla distribuzione dell'acqua fino alle propaggini meridionali; le sponde saranno per la maggior parte di tipo naturalistico e non raggiungibili dal pubblico, per favorire l'affermarsi di un ambiente umido che già ha visto il ricomparire casuale di anfibi quali il tritone crestato e favorire l'ittiofauna e la sosta dell'avifauna (l'airone cenerino, per esempio). È pianeggiante nella maggior parte della sua superficie; tuttavia, nell'area al confine tra Sesto San Giovanni e Bresso, sorge la cosiddetta montagnetta, formata nel secolo scorso da residui di lavorazione delle acciaierie e successivamente bonificata, e inoltre, in corrispondenza di ciascuna passerella, vi sono le relative scarpate realizzate per passare al di sopra delle sedi stradali, con altezze e pendenze di un certo rilievo. Nella sua parte settentrionale è attraversato da un canale di modeste dimensioni che sfocia in un piccolo specchio d'acqua artificiale; sempre nel rettangolo nord è stata realizzata una grande fontana circolare con giochi d'acqua.
Sulla collinetta è collocato il Monumento al Deportato, un'opera scultorea del 1998 progettata dallo studio BBPR dell'architetto Lodovico Barbiano di Belgiojoso, ex deportato, e dell'architetto Alberico Barbiano di Belgiojoso, suo figlio. Si trova nel territorio del Comune di Sesto San Giovanni. Il monumento è dedicato ai cittadini dei Comuni di Bresso, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese, Milano, Monza, Muggiò, Sesto San Giovanni e degli altri comuni del circondario che lavoravano nelle fabbriche dell'area industriale di Sesto San Giovanni, arrestati e deportati nei campi di concentramento nazisti, a seguito degli scioperi del marzo 1944. È possibile, camminando lungo i sentieri lontani dalla strada oppure da passaggi, imbattersi in alcuni degli animali che vivono nel parco. Tra questi, il coniglio selvatico, le invasive testuggine palustri americane, il germano reale, i gufi comuni, le civette, svariati rapaci diurni come gheppi e sparvieri, le volpi rosse, varie specie di picchi, le gallinelle d'acqua, i pettirossi, le cinciallegre, le libellule, gli scoiattoli rosso (autoctono) e grigio (alieno nordamericano), e tante altre ancora. Sono localizzate aree attrezzate per i gioco dei bambini e le attività degli adulti: campi da bocce, da calcio, da basket e pallavolo. Sul confine tra Milano e Bresso c'è anche un campo di calcio gestito da una squadra sportiva locale: la Niguarda calcio.
All'interno del parco si trovano un complesso di scuole secondarie superiori: il liceo scientifico, linguistico e classicoCasiraghi, (Cinisello Balsamo), L'ITIS Cartesio (Istituto Tecnico Industriale) e l'IIS Eugenio Montale (Cinisello Balsamo); la villa di Alessandro Manzoni a Brusuglio, l'Ospedale Bassini (Cinisello Balsamo) e un aeroporto a uso turistico-civile (Bresso). Nelle vicinanze è anche situato lo stadio Breda usato della A.C. Pro Sesto (Sesto San Giovanni).
Il Parco non ha recinzioni. È sempre aperto per chi ama e rispetta il verde, per chi vive in una grande città, vicino a un gioiello di rara bellezza.
Tina Nava