QUANDO IL GIOCO SI FA DURO
- 07 ottobre 2018 Cultura
Fra i molti libri che andrebbero ristampati ve ne sono alcuni la cui lettura dovrebbe essere consigliata a buona parte dell'esercito dei lettori, un esercito sempre più esiguo. Uno di questi volumi "Quando il gioco si fa duro", è stato scritto dalla giornalista Nadia Toffa, dello staff della trasmissione televisiva "Le Iene". Nadia è la ragazza che nel dicembre sorso venne colpita a Trieste da un malore mentre si svolgeva un servizio da realizzare per "Le Iene", per in seguito scoprire di essere affetta anche da tumore, contro il quale sta ancora combattendo senza perdere la vivacità che la contraddistingue, incarnata dal suo bel sorriso e dalla vivacità che la caratterizza. Il libro cui si accennava è uscito da Rizzoli nel 2014, e parla di quel triste fenomeno che reca il nome di ludo patia, vale a dire la sindrome del gioco che sempre più colpisce nel mondo giovani e anziani, o diversamente giovani ma sempre in ogni caso imbecilli, e che sono i drogati di questa malattia perniciosa. Nadia Toffa ha scritto un bel libro rivelando anche doti di brava scrittrice e rivalendosi delle sue doti giornalistiche, prendendo in esame alcuni casi: clinici, cambiando loro i nomi ma sempre mantenendo l'autenticità del fatto, inteso anche come drogato vista la dipendenza tossica che il gioco procura. Assistiamo così alle tristi vicende di esseri umani: uomini, donne, persone istruite o ignoranti, che una volta risucchiati dal vortice del gioco si riducono alla miseria più nera mentre la loro esistenza si fa sempre più grigia. Uscirne non è impossibile, ma di certo neppure facile perché di una vera e propria tossicodipendenza si tratta. Nadia ha riscritto le storie di persone dapprincipio normali che sono state rese poi schiave della passione torbida per le slot machine, per i gratta e vinci, per le scommesse clandestine. Per procurarsi il denaro necessario i ludopatici arrivano a prostituirsi, a rubare, talvolta a uccidere. Che l'essere umano sia portato per l'azzardo è risaputo, ma quando la tecnologia e il cosiddetto progresso si mettono a braccetto sembrano far così il gestaccio del braccio colpito dalla mano in senso volgare, tipo: tiè, beccati questa. Personalmente mi è capitato di assistere, una mattina presto, in un bar romano di piazza San Bernardo alla vincita (perché ogni tanto capita di vincere) di una vecchia signora alla slot machine. Sentii il rumore prodotto da una cascata di monete che vennero raccolte e accolte dalla donna in una ciotola senza da parte sua una esclamazione: né di sorpresa, né di piacere. Dopo di che Miss Old Game riprese a giocare con fredda compunzione. Se vi capita, leggete - o rileggete - il dodicesimo capitolo del romanzo di Sanantonio "Champagne per tutti". In questa indagine del 1981, il commissario eroe dei romanzi di Frédéric Dard si trova a un certo punto a Macao dove fa il suo ingresso in un grande casinò. Le tre pagine descriventi la folla di giocatori e la loro follia valgono già da sole l'intero libro. Quello scritto da Nadia Toffa è molto interessante, e lo si legge con partecipazione. Sarebbe quindi buona cosa se lo si potesse ristampare affinché, leggendolo, molti lettori comprendano cosa la ludopatia realmente è per astenersene anche dal solo provare. Così come buona cosa sarà il ritorno di Nadia alla conduzione de "Le Iene" e: soprattutto e specialmente, il ritorno alla salute, la cosa più importante fra tutte.
Antonio Mecca