Raymond Chandler incontra Lucky Luciano

Ian Fleming, creatore di James Bond, era molto amico di Raymond Chandler, creatore di Philip Marlowe. Tanto che nel 1958, nella speranza di vederlo tornare a scrivere, lo indusse a recarsi a Napoli perché incontrasse il gangster Lucky Luciano, che alloggiava all'hotel Excelsior sul lungomare cittadino. Chandler accettò, e si recò quindi a Napoli e da lì si fece condurre sul lungomare, all'hotel in questione. Aveva scritto all'esponente americano di Cosa Nostra il 21 marzo 1958, avvertendolo che se alcune domande che lui gli avrebbe poste non le avesse trovate pertinenti, avrebbe potuto benissimo non rispondere. Chandler, che nel 1940 aveva inserito in "Addio, mia amata", secondo romanzo della serie con Marlowe la figura del gangster Laird Brunette, modellata pare su quella di Lucky Luciano, incontrò il gangster e ne ricavò un ritratto che la direzione del Sunday Times rifiutò di pubblicare perché lo scrittore americano di origine inglese aveva tratteggiato la figura del gangster americano di origine italiana fin troppo bonariamente. Nonostante questo, Chandler riprese a scrivere, poiché dopo avere completato il settimo e ultimo romanzo con il detective californiano aveva scritto le recensioni di due romanzi con 007, un racconto dal titolo "Estate inglese" ambientato in Gran Bretagna, un certo numero di articoli, un racconto con Marlowe: "La Matita", e molte altre lettere, una infinità di lettere indirizzate ad amici e amiche o a semplici lettori. Più, inoltre, l'inizio di quello che sarebbe dovuto essere l'ottavo romanzo con Philip Marlowe, dove il detective appariva fin dall'inizio sposato con Linda Loring, la splendida giovane donna conosciuta nell'altrettanto splendido "Il lungo addio". Solo che Chandler si era seduto al tavolo di lavoro senza prima avere ideato una trama, per cui aveva dovuto dopo una decina di pagine giocoforza interromperne la scrittura lasciando una lunga serie di pregevoli battute e nient'altro. Aveva poi ripreso a bere smodatamente, passando le sue giornate inglesi e in seguito quelle americane perché rientrato a La Jolla, cittadina nei pressi di San Diego, dove nella solitudine forzata di neo vedovo della moglie Cissy aveva sperato con tutto il cuore di poter sposare una delle donne da lui conosciute in passato, prima fra tutte Helga Greene, sua agente letteraria in Inghilterra. Ma questo non era stato possibile, per cui Chandler si era sempre più lasciato andare, il cuore sempre di scrittore più che valido, la mente sempre meno valida perché oramai priva della forza creatrice che lo aveva caratterizzato fino a cinque anni prima, un lustro che aveva reso lustro il suo status di scrittore di polizieschi e non solo - vedi i racconti "La porta di bronzo", "Una coppia di scrittori", "La polverina del professor Bingo", "Estate inglese". 
Antonio Mecca

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