RICORDI

Niguarda: da Comune autonomo a quartiere del Municipio Nove

La notizia che desta stupore.

Su Vivere Milano un titolo in prima pagina:  A Niguarda il test per le Periferie!

Il sindaco Beppe Sala ha indicato Niguarda come quartiere che qualche esempio può dare per il rilancio delle periferie. Ad altri il compito di rendere visibili i miglioramenti nel quartiere per avere un modello di riferimento, io desidero accennare a ciò che ho sempre raccontato durante le visite guidate a scolaresche e ai nuovi abitanti del rione.

 

“Impossibile ascrivere una precisa data al borgo Niguarda. Per quanto riguarda il nome secondo il Dizionario di Toponomastica Lombarda, di Dante Olivieri, il nome Niguarda deriverebbe da Niwarda e cioè da nova (nuovo) e warda (guarda), nuovo sguardo su Milano per la sua posizione elevata rispetto alla città di Milano. La casa più alta è ancora esistente in via Cicerone posto di osservazione anche di Leonardo.

Altre fonti parlano di Niguarda come cognome di una famiglia nobile del posto, ma notizia certa è che nel 1510 il borgo contadino venne saccheggiato e incendiato dai Lanzichenecchi svizzeri al soldo della Lega Lombarda guidata dal Papa e dal Re di Spagna. Personaggio illustre  fu Bernardino Coiro, che nel suo libro Storia di Milano scrive: “Niguarda è un paesello che dista dalla porta Comasina di Milano duemila passi, nel quale io autore presente, avendo un  ameno e piacevole podere, e molto spesso dimorandovi per la salubrità dell'aria, posso affermare  di avervici in gran parte composto la presente storia....”.

Cesare Cantù ed altri si soffermano sulle case di campagna che i nobili di Milano costruiscono a Niguarda per soggiornarvi nei mesi estivi, nessun accenno alla vita fatta di stenti dei contadini anche dopo le riforme teresiane. Nel 1797, con un decreto della Repubblica Cisalpina venne deciso lo scioglimento dei Comuni dei Corpi Santi e inglobati a Milano. Nel 1816, con il ritorno degli Austriaci, Niguarda riottenne la sua indipendenza, come gli altri 33 paesi, ognuno dei quali divenne Comune autonomo. 

Il Comune di Niguarda, secondo il censimento del 1864, comprendeva le frazioni del Bicocchino e della Bicocca; si estendeva su una superficie di 387 ettari e contava 2157 abitanti, con 11 elettori politici allora in base al censo. All'inizio del Novecento, con lo sviluppo industriale, i giovani lasciano le attività agricole. Nel 1923, il presidente del Consiglio e Ministro degli Interni, Benito Mussolini propose di ampliare la circoscrizione del Comune di Milano, allora di 7.600 ettari e 700.000 abitanti. Giocavano a favore di tale richiesta lo sviluppo dei Comuni vicini, le inevitabili interferenze nella gestione dei servizi, i contrasti nelle singole amministrazioni  per il prolungamento delle strade o la costruzione di edifici ai confini. Così il 2 settembre 1923 il Re firma il decreto che annetteva a Milano 11 Comuni fra i quali Niguarda. Luigi Mangiagalli, all'epoca sindaco di Milano, brinda all'evento in un banchetto alla Campari, in Galleria. Sono presenti 10 sindaci. Era assente il sindaco di Niguarda, il comunista Battista Lombardo perché a San Vittore per motivi politici”.

Antonio Masi


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