RIVEDENDO MILANO DUE

Passeggiare per Milano Due, io che mi ci sono recato quotidianamente per lavoro per trent'anni e che adesso vi faccio ritorno in media una volta ogni due mesi, rappresenta un tuffo nel passato - vicino e lontano. Vi sono approdato la prima volta il 30 novembre 1981, quando da Tele Nord Italia passai a Canale 5, che allora aveva sede solo a Milano Due, al secondo piano sottoterra. Ricordo che la bellezza della città satellite suscitò in me varie emozioni, e non tutte positive. Mi sembrava bella, ben costruita, elegante e pulita ma anche troppo fredda, priva di vita, strana. Quei palazzoni di cui alcuni color vinaccia e altri color senape, quei bianchi balconi che mi facevano pensare a carcasse di animali spolpati; quei prati verdi che ospitavano fiori che rimandavano alla mia infanzia, perché vent'anni prima anche Verbania da cui provengo era ricca di prati fioriti. E poi il laghetto artificiale appena fuori dal canale (5), con intorno piante sempreverdi che vi si specchiavano diluendo il loro acerbo colore con l'azzurro fresco dell'acqua. 
Nei primi anni Ottanta lavorò nella trasmissione "Beauty Center Show" anche la coppia Franchi-Ingrassia che da qualche anno era in rotta ma che di recente - grazie a Pippo Baudo - aveva fatto la pace riprendendo a lavorare insieme, seppure non in pieno accordo. Ricordo che durante le pause erano soliti salire in superficie e, sempre in religioso silenzio, fissare il laghetto e le piante circostanti, Ciccio fumando - troppo e a sproposito - Franco riflettendo, nella sua faccia di clown struccato, i tristi pensieri che spesso affliggono i comici. Io che all'epoca lavoravo lì e arrivavo al lavoro al mattino intorno alle nove spesso incrociavo non le braccia -perché lì si era soliti lavorare- ma lo sguardo sulla bella figura di Barbara Bouchet, che in tuta da ginnastica saliva le scale per recarsi a correre intorno al lago dando così l'impressione di una bella sirena fuoriuscita dalle acque. Proseguendo per Milano Due si trovavano sotto i suoi porticati che possono anche ricordare quelli presenti in una città come Bologna vari esercizi commerciali: il supermercato, un negozio di primizie, due panetterie, due saloni da parrucchiere, bar, pasticcerie, e una rosticceria che emanava un profumo invitante pari a quello che emana la carogna di un mostro putrefatto. Al termine del porticato, voltando a sinistra, c'è uno dei piccoli ponti in muratura che uniscono le varie parti della cittadina. Qui si trova la chiesa, una costruzione geometrica in stile Guernica provvista di un campanile che pare il bianco fumaiolo pronto a emettere il nero fumo di esseri umani inceneriti. All'interno di questa piccola e bella chiesa che sembra ricordare la semplicità delle primigenie chiese cristiane si svolsero nell'aprile di dieci anni fa i funerali di Raimondo Vianello, il cui vicino campetto di calcio è a lui dedicato. Nella chiesa si trovava la moglie di Vianello, Sandra Mondaini, con un occhio bendato e seduta su una carrozzina. Berlusconi le tenne le mani sulle spalle per tutto il tempo che la funzione durò, mandata in onda in diretta su una delle sue reti, al mattino. Fra gli invitati, oltre a Gerry Scotti, si trovava anche Pippo Baudo, che a un certo punto ebbe la bella pensata di dire all'amica distrutta dal dolore: "Sandra, Raimondo è nell'altra stanza. Chiamalo". E quella povera creatura lo chiamò più volte, trasformando così una tragedia in farsa, al pari dei loro tanti sketch televisivi. Nella vicina residenza Acquario i due attori si erano trasferiti da qualche anno, lasciando la loro villa romana sulla Cassia forse perché la Mondaini desiderava restare vicina alla anziana madre, residente a Milano. 
Sarà un'impressione sfalsata dal tempo trascorso, ma il camminare o sostare adesso a Milano Due provoca un'inquietante tristezza da post esplosione nucleare, forse perché la chiusura del centro di produzione televisiva ha provocato anche la fine dell'afflusso di ospiti che riempivano le trasmissioni lì prodotte: Striscia la notizia, Pressing (condotto da Vianello), L'appello del martedì, ecc. Milano Due resta nel cuore di chi l'ha conosciuta perché capace di suscitare emozioni che la natura che la circonda non può che risuscitare.

Antonio Mecca

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