"Romagna nostra"

La Romagna è una delle delle regioni più belle d'Italia, e con ragione. La bellezza della sua terra suddivisa tra mare, campagna, cibi eccellenti; la bonomia della sua gente, che sa bene accogliere i forestieri donando loro sorrisi e attenzioni. Per cui, fa male vedere quello che a questa terra meravigliosa è accaduto, per "colpa" della natura ma soprattutto per colpa nostra, per la nostra insipienza che non ha saputo porre un argine (non tanto come barriera postuma) bensì come argine dell'Uomo sull'Uomo, vale a dire un controllo serio e un "niet" quando ci voleva e perché ci voleva all'edificazione senza criterio che purtroppo anche lì è avvenuto. Ora il vedere la gente sopravvissuta a tutto questo darsi da fare per riemergere dal fango non può non scuotere - se non la coscienza - il cuore. E poi tutti quei giovani meravigliosi che aiutano la popolazione con l'entusiasmo proprio della loro età, cantando anche, mentre sono intenti a lavorare, "Romagna mia", la canzone simbolo di quella terra meravigliosa composta decenni fa da Secondo Casadei, zio di Raoul deceduto di recente, che l'ha portata nelle balere per anni, divertendosi e divertendo la gente semplice. Si parla spesso dei giovani quando alcuni di loro fanno delle porcate, Ma i giovani sono per la maggior parte ragazzi e ragazze sani, intenti a un loro percorso verso una loro meta, sebbene spesso sia la metà di quello che sperano di ottenere. La vita non è quella meraviglia che taluni decantano, ma neppure quella tristezza congenita che diversi propongono, come lo zar del terrore, che la sua testa a palla fa somigliare a una palla di pietra posata sopra il pilastro che delimita un cancello: quello dell'ingresso all'inferno in terra. Speriamo ora che l'Emilia-Romagna possa riemergere a nuova vita. E speriamo soprattutto che chi ci governa sgoverni la tavola imbandita per pochi, e si dia da fare per porre rimedio non solo alla Romagna, ma anche ad altre non meno belle regioni in grado di offrire, se bene amministrate, molte bellezze naturali e artistiche.
Antonio Mecca

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