SOCIAL MEDIA E VIDEO, EDUCARE A UN UTILIZZO CORRETTO

SOCIAL MEDIA E VIDEO, EDUCARE A UN UTILIZZO CORRETTO

- Arcivescovo Mario Delpini con il pres. di Europasia e Assoedilizia Achille Colombo Clerici

Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano: Giorrnata di studio. L’arcivescovo Mario Delpini agli esperti di comunicazione Educare è sempre stato un mestiere difficile: soprattutto oggi perché l’educatore per eccellenza, il genitore, conosce poco o per niente la “lingua” del figlio costituita dai social media. Più di otto ragazzi su dieci tra i 15 e i 17 anni accedono a Internet tutti i giorni, quasi sempre dal telefono cellulare, con il quale scattano anche foto e girano video. Quasi tutti hanno un profilo sui social media. Tra le attività più praticate in Rete c’è il caricamento o la consultazione di immagini. Quasi il 30% di loro ha subito on line - nell’ultimo anno - un episodio di bullismo di sexting. Va da sé che i ragazzi non hanno le conoscenze necessarie per vivere questa responsabilità. Ma se i genitori, da soli, spesso non sono in grado di soccorrerli ci sono le comunità, le parrocchie per esempio, in grado di proporre esperti, studi, metodologie che consentono una valida riflessione sulla sfida educativa nei confronti degli adolescenti e dei preadolescenti, protagonisti della vita on line.
È il messaggio lanciato da mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano, dall’Università cattolica del Sacro Cuore, dove si è svolta una giornata di studio sul tema «Social media e video, l’impatto sulle nuove generazioni e l’educazione a una corretta fruizione», parte del corso «Parrocchia comunica» organizzato dall’Ufficio comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Milano, Aiart Lombardia in collaborazione con Ucsi Lombardia. Relazioni di: Stefania Garassini presidente Aiart Milano e docente di Editoria multimediale all’Università cattolica; Paolo Braga, docente di Scritture per il cinema e la televisione alla Cattolica e Paola Abbiezzi, segretaria Aiart Milano e docente di Storia della radio e della televisione alla Cattolica di Brescia. Ha moderato i lavori mons. Davide Milani, responsabile Ufficio comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Milano e presidente Fondazione Ente dello Spettacolo.
Cinquecento gli iscritti all’evento e tra di loro anche i 170 frequentanti il corso «Parrocchia comunica», i responsabili della comunicazione delle parrocchie ambrosiane che si stanno formando sul digitale.
“La funzione della parrocchia - ha detto il Vescobvo - non deve essere soltanto quella di raccogliere i fedeli e di offrire loro servizi (basti pensare a quello degli oratori estivi); ma di essere profezia, consolazione, comunità in grado di preparare persone capaci di comunicare il messaggio della missione parrocchiale”. Aggiungendo: “Non sono un esperto di social media ma ho la convinzione che essi portino con sé il rischio insidioso di rendere l’individuo manipolabile”.
Manipolabile non solo nel ruolo di consumatore, ma, in particolare, di cittadino che viene chiamato a scegliere cos’è il bene e cos’è il male: certo, ciascuno è poi libero di percorrere la strada che più gli aggrada, ma prima deve essere messo nella condizione di poter scegliere.
Dai principi ai passi concreti: niente telefonino a scuola; niente telefonino durante il pranzo in famiglia; niente telefonino in regalo con la prima Comunione.


 


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