Tra norme e anti-Covid nelle scuole e tra studenti
- 09 ottobre 2020 Cultura
- Da Isis Schiapparelli-Gramsci di Milano. Gli studenti della scuola di via Settembrini portano avanti un progetto pilota della Città Metropolitana che ha firmato il protocollo con la start up italiana NanoHube e con Dto, società di commercializzazione e assistenza tecnica di strumentazione scientifica. In tutte le classi, nei laboratori e in biblioteca sono stati installati 52 depuratori, impianti dotati di filtro che permettono di eliminare la carica virale del Covid nel giro di mezz'ora. Questi impianti analizzano anche la qualità dell’aria. “È una prima misurazione dell'inquinamento indoor nelle scuole, - ha spiegato Roberto Maviglia, consigliere di Città Metropolitana. - La sperimentazione, a costo zero per le scuole e l'ente, durerà un anno e in base ai risultati (e a eventuali finanziamenti statali) sarà estesa a tutte le scuole di competenza metropolitana”. Intanto nell’ambito della cittadinanza attiva gli studenti stanno facendo l’approfondimento sul tema dell’inquinamento.
- Da Istituto tecnico “Galileo Galilei” di Bolzano. L’Istituto a indirizzo di chimica ambientale è composto da 1.300 iscritti, così da essere la più grande scuola superiore in lingua italiana della provincia di Bolzano. Gli studenti sono orgogliosi di essere stati i primi a cominciare l'anno scolastico con una settimana di anticipo rispetto al resto dell'Italia. Ma non è solo questo primato il titolo maggiore di orgoglio per i ragazzi che la frequentano, ma la capacità di produrre in proprio un gel disinfettante con gradazione alcolica al 70%, distribuito dai dispenser all’ingresso dell’istituto. Il disinfettante viene preparato anche su richiesta di altre scuole. Nelle prime settimane dall'apertura gli studenti dei maturandi dell'ultimo anno hanno fatto da padrini, se così si può dire, agli allievi più piccoli per le operazioni di sanificazione delle aule dopo ogni utilizzo. Oltre a essere ben sensibilizzati sulla inevitabilità della pulizia, i ragazzi con l'aiuto del titolare del laboratorio di Microbiologia e referente Covid sono riusciti a produrre i tamponi per misurare, attraverso terreni di coltura appositamente utilizzati, la carica batterica presente sulle superfici.
-Scuole del Lazio. Dal 5 settembre partono nelle scuole della Regione Lazio la sperimentazione del test salivare nel corso dello screening su 800mila studenti. ”È un metodo meno invasivo - ha detto il professor Vaia dello Spallanzani - e ci consente di evitare il secondo prelievo”.
- Scuole di Vercelli. Il sindaco della città, preoccupato per i 6 casi di contagio nel suo Comune e per i troppi assembramenti davanti alle scuole, che espongono a rischio tante persone, cosa ha pensato? Nell'ambito del progetto “Vercelli-sicura” ha previsto la figura dello steward come deterrente contro i comportamenti non responsabili dei cittadini. Gli steward, istruiti su distanziamento sociale, pericoli infezioni e uso mascherine, sono presenti fuori dalle scuole materne presso i 22 punti di accesso e sono incaricati di far rispettare il distanziamento e di consigliare il corretto uso delle mascherine. Sono riconoscibili dalla pettorina e da un cartellino di riconoscimento. (da La Stampa )
-Da una scuola di Taranto. Alla notizia partita da questa scuola dove quasi tutta la classe di uno studente, rivelatosi positivo al tampone agli inizi di ottobre, è stata trovata positiva ai successivi controlli effettuati, è intervenuto il presidente della Asl locale, che ha sottolineato che il virus entra nel corpo umano attraverso occhi, naso e bocca, ma sono gli occhi la “porta d’ingresso” più importante, per cui non sono sufficienti le mascherine a proteggere gli alunni, anche correttamente applicate. Occorre quindi, secondo lui, introdurre ulteriormente l’obbligo della visiera anti droplet non solo nelle scuole ma in ogni ambiente dell’uomo. Per tale motivo ha inoltrato un sollecito al nostro Governo. (da Quotidiano 6-10-2020)
- Indagine tra gli studenti. Da un'indagine svolta prima del ritorno a scuola da Scuola.net nel mese di settembre, su un campione di 5mila ragazzi delle scuole medie e superiori risulta che le norme anti-Covid volute dal Governo per il ritorno a scuola risultano “indigeste” alla maggior parte degli studenti, che però sono disposti ad accettarle comprendendone le ragioni. Sull'obbligo di indossare le mascherine tutta la giornata scolastica circa 1 su 3 si oppone nettamente sicuro di non poterlo sopportare per tutto quel tempo, il 47% confessa il proprio disagio pur capendo il senso del provvedimento, il 20% lo approva perché si sente più protetto. Il distanziamento sociale gli studenti più o meno lo tollerano, ma il 27% ammette che il provvedimento di separare le classi numerose in diversi gruppi lo vivrebbe malissimo, mentre il 47% pur non essendo d'accordo si adeguerebbe. Stessa percentuale sul divieto di stare a contatto diretto con gli altri; per il 22 % è una vera e propria tragedia non abbracciare i propri compagni anche amici in tutte le ore scolastiche, ma per il 52 % è un trauma sopportabile per un fine superiore, salvaguardare la salute di tutti. Anche l'adozione dei banchi singoli non è un problema insormontabile: il 41% lo promuove a pieni voti, il 28% ha un atteggiamento neutro, solamente il 31% è un inguaribile nostalgico e si dispera pensando di fare a meno del proprio compagno di banco. Una grande perplessità o diffidenza è diffusa sulla regola che impone di misurare la febbre a casa ogni mattina: quasi 1 su 10 dei ragazzi sono scettici, anzi molti di loro prevedono che qualcuno non rispetterà la norma. Per quanto riguarda la didattica un terzo degli studenti (34%) sono favorevoli a continuare la didattica a distanza, un altro 35% preferirebbe da subito una didattica mista nel timore che le scuole saranno costrette nuovamente a chiudere, possibilità sicura per il 37%). In generale, comunque, 9 ragazzi su 10 temono la chiusura delle scuole per quest’anno.
Luciano Marraffa