UN NOME TRA LE FAVOLE: GRAZIA NIDASIO

La scorsa settimana nell'articolo dedicato al toccante libro "Cara Giulia" di Gino Cecchettin, parlando della figlia Giulia veniva ricordato dell'intenzione della ragazza di iscriversi alla scuola di disegno di Reggio Emilia. Si auspicava inoltre che potesse diventare un'altra Grazia Nidasio. Chi era, Grazia Nidasio? Si trattava di una grande autrice nata a Milano il nove febbraio 1931, e morta a Certosa di Pavia, il venticinque dicembre 2018. Essendo stata la sua vita come una favola, anche la sua morte: avvenuta il giorno di Natale, può essere equiparata a una favola. Grazia Nidasio esordì nei primi anni Cinquanta su alcune testate per l'infanzia, per poi passare al Corriere dei Piccoli e restarvi per quarant'anni. Prima come disegnatrice, poi come redattrice. Nel 1972 vinse il prestigioso premio Yellow Kid, e quindici anni dopo il Premio Andersen quale miglior autore. I suoi erano personaggi destinati alle giovani lettrici, e avevano come protagoniste Valentina e Sua sorella Stefi, nonché altri personaggi creati forse sulla scia di Louisa May Alcott, celebre autrice dei celeberrimi "Piccole donne" e "Piccole donne crescono". Ricordo che negli anni '60 e '70 compravo il mitico Corrierino e dribblava soprattutto sulle storie di Jacovitti e specialmente sul caro Cocco Bill, mentre quelle di Grazia Nidasio le saltavo a piè pari. Poi, molti anni più tardi, per curiosità ho avuto modo di riprenderle e di leggerle. Intanto la bellezza del disegno, realizzato con tratti sicuri e fantasiosi. Poi le storie, che narravano di vicende comuni a tutte le ragazzine, che si rispecchiavano in esse e nei personaggi proposti, senza l'ausilio di pistole, fucili e cavalli come in Tex e Capitan Miki, che interessavano e ancora interessano i giovani di oggi. Le femmine sono in genere più portate per quanto riguarda la vita quotidiana degli esseri umani, e cercano di ripercorrerne i sentieri già praticati da altre, spesso loro coetanee almeno sulla carta. Nei suoi ultimi anni di vita Grazia Nidasio aveva acquisito una propria vignetta settimanale sul Corriere della Sera, protagonista Stefi, ma con una serie di battute fulminanti riguardanti politica e società. Il tratto era sempre sicuro e bello da vedere, divertente come ai tempi della sua collaborazione al Corrierino, e il testo racchiuso nella nuvoletta del fumetto piacevole da leggere, mentre da eleggere era lei: Grazia, come autrice italiana e non solo italiana, di storie a fumetti. Chi lo sa se anche Giulia Cecchettin avrebbe raggiunto la sua grande collega ponendosi magari a rispettosa distanza ma sempre nell'orbita niente affatto cieca della fantasia che reca buonumore capace di indurre e riflettere ma non a flettere la propria onestà intellettuale. Grazia e Giulia: stesse iniziali, stesso numero di lettere nel nome. E stesso, forse, valore autoriale.

Antonio Mecca

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