Vacanza a Tunisi

Sabato 31 dicembre, nel consueto inserto de "La Stampa-Tutto Libri", sono stati pubblicati come regalo di fine anno sette racconti di scrittori di prima classe fra i quali il racconto "Viaggio a Tunisi", di Alessia Gazzola, la scrittrice messinese che ha esordito nel 2011 con il primo dei dieci romanzi de "L'Allieva", riscuotendo un grande successo in Italia e all'estero.

Da allora sono trascorsi dodici anni, che non sono stati se non in parte una sporca dozzina perché a parte il dannato Covid e l'altrettanto dannato conflitto ucraino, a parte i ricorrenti femminicidi e le morti autostradali abbiamo avuto diritto anche ai piaceri della vita, uno dei quali è di certo la buona lettura e -fra questa- quella di una scrittrice come Alessia Gazzola è.
Il racconto in questione pubblicato da Tutto Libri è ambientato nel 2009, nel caldo insopportabile di Tunisi dove una ancor giovane coppia: Georgie e il marito Sebastian condividono la vacanza con un'altra coppia, formata da Lucy e Pierre. Quest'ultimo non è un "pierre" esperto in pubbliche relazioni, ma non intende per questo rinunciare a relazionarsi con Georgie, alla quale fa un filo spietato. Il racconto in questione è forse il primo che la Gazzola scrive in terza persona e con la forma al passato, lei che predilige la prima persona e la forma del presente.
È un lungo racconto ambientato nei pressi di Medina, luogo di vacanza dove la giovane coppia Georgie-Sebastian inizia ad avvertire i primi scricchiolii dell'unione, quasi come i cardini non più perfettamente oliati di una porta che sembra chiudersi piano piano sul matrimonio dei due ma che: appunto perché semichiusa, sembra per questo avvertire la coppia che qualcosa non va e che se si vuole si può ancora porre rimedio, ad esempio oliandone i cardini affinché la ruggine venga rimossa. La scrittrice siciliana sa come si scrive: bene, e procede quindi con mano sicura nel racconto della vicenda, la quale finirà in maniera che qui non è necessario svelare. Quel che attira di più nella scrittura di Alessia Gazzola è non tanto la trama quanto lo stile, leggero ma non al punto tale da essere evanescente, inconsistente, bensì piacevole da gustare e da rileggere. Perché una certa prosa non va soltanto degustata a caldo ma anche a freddo, la quale finisce così per dissetare meglio e assimilata che sarà resterà non solo nel cuore ma anche nella mente di chi ne usufruisce.
Antonio Mecca

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