VIA COL VENTO TRA MARGARET MITCHELL E VIVIEN LEIGH

Tra i vari anniversari ricorre quest'anno anche quello dell'uscita del film "Via col vento", girato in cinque mesi abbondanti, tra il 26 gennaio e il primo luglio 1939 tratto dal capolavoro di Margaret Mitchell, nata ad Atlanta l'8 novembre 1900 e qui morta il 16 agosto 1949. Margaret era stata una studentessa intelligente e studiosa, nonché una ragazza graziosa anche se con i lineamenti seriosi  e spesso tristi. Somigliava nel viso all'attrice inglese Vivien Leigh, che avrebbe interpretato la protagonista del suo romanzo sulla guerra di Secessione americana nel 1939, tre anni dopo l'uscita del romanzo, ma i lineamenti erano più tormentati e non rilucevano della bellezza femminile avuta in quegli anni da Vivien. Nel 1916 la scrittrice americana scrisse una novella espressamente per il suo amore di allora: Henry Love Angel, regalandogli lo scritto che venne poi pubblicato 80 anni dopo: nel 1996, a cura degli eredi del destinatario. Nel 1922 sposerà però un altro uomo, dal quale si separerà poco dopo. Successivamente iniziò a collaborare all'Atlanta Journal Sunday Magazine, dove tra i suoi scritti ritroviamo anche una intervista fatta al divo Rodolfo Valentino. Nel 1926 - l'ancora giovanissima Margaret detta Peggy o più semplicemente Peg - inizia la stesura di quello che rimarrà purtroppo (ma che per fortuna rimarrà nella storia della letteratura mondiale) l'unico suo romanzo, un libro unico per bellezza di stile e passione trasfuse nelle sue pagine: ben 1093! Ci impiegò dieci anni per portarlo a termine, e la riscrittura del primo capitolo pare contasse ben 18 rifacimenti. Il titolo del romanzo è ricavato da un verso del poeta Ernest Dowson morto in quello stesso 1900 nel quale Margaret sarebbe nata. Dopo essere apparso nel giugno 1936 in un solo mese vendette ben 180.000 copie. E questo nonostante fosse "un polpettone storico noiosissimo", come a sproposito proclamò un occhialuto trombone durante una messa in onda televisiva, sconsigliandone a tutti la lettura. Nel 1937 l'autrice vinse il prestigioso premio Pulitzer per la letteratura, e due anni dopo venne realizzato il grande film a colori diretto da Victor Fleming (ma anche da George Cukor e Sam Wood) e interpretato da Vivien Leigh nei panni di Scarlett Rossella O'Hara e Clark Gable nel ruolo di Rhett Butler. Una curiosità: Rhett è praticamente la seconda parte del nome Margaret , quasi che l'autrice inconsciamente si fosse immedesimata nella virile mascolinità del protagonista, sogno e incubo, speranza e delusione di quasi tutte le donne che all'idea del principe azzurro difficilmente rinunciano. Quando scoppiò la seconda guerra mondiale Margaret entrò a far parte della Croce Rossa americana diventando istitutrice di primo soccorso. Questo, da parte degli americani, di essere così patriottici quando la Patria lo richiede pur senza obbligo da parte di alcuni di loro, è cosa non certo rara nonché commovente. Raymond Chandler: americano di nascita e inglese di formazione, affermava che la differenza sostanziale tra un inglese e un americano è questa: che l'inglese per dimostrarti la sua solidarietà ti dà la sua mano; l'americano ti dà la sua camicia. Durante il periodo bellico Margaret Mitchell ricevette diverse lettere dai soldati americani, alle quali spesso rispose e che in seguito furono pubblicate in volume così come 64 articoli da lei scritti per il giornale di Atlanta e raccolti in un libro. Donna schiva ma non schiava del successo la Mitchell mal digeriva l'improvvisa notorietà che il libro prima e il film poi le avevano procurato. Non era persona che si sentisse a suo agio sotto la luce dei riflettori mediatici, bastandole i poteri medianici che la sua notevole mente produceva. Quella serietà mista a tristezza caratterizzante il suo volto era quasi il presagio della sua breve vita che si sarebbe conclusa nella sua città il 16 agosto 1949, dopo che l'11 venne investita da un tassista ubriaco nonché fuori servizio oltre che fuori di testa per essersi messo alla guida di un veicolo pur con la mente ottenebrata dall'alcol. Dopo cinque giorni di coma questa scrittrice che aveva riscosso un successo mondiale sulla carta e sulla celluloide abbandonava il nostro mondo lasciandoci però il suo, di mondo: quello inerente una famiglia del Sud degli Stati Uniti della metà dell'Ottocento, nella cui protagonista, Margaret si rispecchiava, quasi fosse quel suo personaggio uno specchio riflettente la parte più femminile di sé e che la parte più intelligente della scrittrice nobilitava mediante il suo stile.

Antonio Mecca

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