Ditta individuale: cos'è, quando si può aprire, quali sono i vantaggi
- 29 giugno 2023 Curiosità

Ogni anno in Italia oltre 5 milioni di persone aprono partita IVA, a fronte di una percentuale superiore al 23% rispetto all’occupazione totale.
I lavoratori autonomi possono scegliere tra diverse tipologie di forma giuridica e quella più comune è la ditta individuale o impresa individuale: una formula di auto-impiego che comporta l’adempimento a specifiche condizioni e presenta molteplici vantaggi. In questo articolo andiamo a vedere di cosa si tratta.
Con il termine ditta individuale si fa riferimento a un’organizzazione economica preposta alla produzione oppure allo scambio di servizi/beni in cui vi è un solo responsabile: l’imprenditore che apre la partita IVA e colui a cui risulta intestata.
È lui che si prende tutti i rischi, oneri e, qualora si verificassero, debiti. In quest’ultimo caso, i debitori hanno diritto ad attingere al suo patrimonio.
Aprire una ditta individuale è perciò una soluzione interessante in quelle situazioni in cui la persona non va incontro a particolari rischi né investimenti onerosi.
Allo stesso tempo è bene tenere a mente che parliamo di un’attività che rende più difficile l’accesso a prestiti o finanziamenti di quanto non avvenga in altre forme giuridiche, a cominciare dalle società di capitali.
Per quali ambiti è concessa dalla legge l’apertura di una ditta individuale? Al momento non sussistono vincoli particolari: l’operazione può essere fatta per qualsiasi reparto dell’economia risulti produttivo. L’importante è che si tratti di un’attività preposta alla produzione oppure allo scambio di beni o servizi.
Possono quindi aprire una ditta individuale idraulici, muratori, pasticceri, elettricisti, fabbri, estetiste, grossisti, venditori porta a porta, ingegneri e via dicendo.
L’operato professionale è necessario che risulti sistematico e non sporadico. Un tratto che contraddistingue le realtà imprenditoriali da quelle amatoriali, in cui avviene una gestione integrata e coordinata delle risorse.
Risulta infatti la forma giuridica più rapida e semplice, nonché di quella in cui i costi appaiono più contenuti: non occorre nemmeno versare un capitale di rischio, ovvero la somma iniziale devoluta dai soci.
Gli obblighi che comporta l’avvio di una ditta individuale sono i seguenti:
- Iscrizione al Registro delle Imprese e all’INPS.
Inoltre, per alcune categorie professionali è richiesta l’apertura di una posizione INAIL che contempli un’assicurazione: è il caso, ad esempio, degli ingegneri che lavorano in ambito civile.
Infine, può rivelarsi necessaria la presentazione della Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) presso lo Sportello Unico delle Attività Produttive.
Per procedere in tal senso è necessario presentare regolare richiesta presso l’Agenzia delle Entrate tramite la compilazione del modulo apposito.
Tra i capi da sottoscrivere c’è il nome della ditta individuale e il codice Ateco, ovvero la categoria a cui appartiene l’impresa in base alla classificazione Istat.
Ciò è obbligatorio dal 2019 per chi opera in regime ordinario e dal 1° luglio 2022 per i contribuenti a regime forfettario che nell’anno precedente hanno percepito ricavi o compensi superiori ai 25.000 euro. Dal 1° gennaio 2024 l’obbligo verrà esteso a tutti i contribuenti forfettari, indipendentemente dai ricavi o compensi percepiti.
Queste ultime due misure sono state introdotte nell’ambito dell’attuazione del PNRR. Il riferimento dal punto di vista normativo è il Decreto-Legge n.36/2022.
- Il costo iniziale è basso.
- Vincoli burocratici ridotti ai minimi termini, sia rispetto alle formalità da conseguire durante la fase di avvio, sia in relazione agli oneri amministrativi.
- Per i lavoratori che sono le condizioni di attingere al regime forfettario gli obblighi fiscali sono alquanto contenuti.
- Non vi è alcuna condivisione insieme ad altre persone dei fattori decisionali: l’imprenditore non deve rendere conto a nessuno salvo che a se stesso. Ciò comporta una maggiore snellezza delle procedure decisionali.
- Se ad un certo punto si desidera liquidare l’attività la procedura è piuttosto semplice: è necessario chiudere la partita IVA, inviando le relative comunicazioni a INPS, INAIL e Camera di Commercio.
I lavoratori autonomi possono scegliere tra diverse tipologie di forma giuridica e quella più comune è la ditta individuale o impresa individuale: una formula di auto-impiego che comporta l’adempimento a specifiche condizioni e presenta molteplici vantaggi. In questo articolo andiamo a vedere di cosa si tratta.
Ditta individuale: cos’è e quali sono i requisiti
È lui che si prende tutti i rischi, oneri e, qualora si verificassero, debiti. In quest’ultimo caso, i debitori hanno diritto ad attingere al suo patrimonio.
Aprire una ditta individuale è perciò una soluzione interessante in quelle situazioni in cui la persona non va incontro a particolari rischi né investimenti onerosi.
Allo stesso tempo è bene tenere a mente che parliamo di un’attività che rende più difficile l’accesso a prestiti o finanziamenti di quanto non avvenga in altre forme giuridiche, a cominciare dalle società di capitali.
Per quali ambiti è concessa dalla legge l’apertura di una ditta individuale? Al momento non sussistono vincoli particolari: l’operazione può essere fatta per qualsiasi reparto dell’economia risulti produttivo. L’importante è che si tratti di un’attività preposta alla produzione oppure allo scambio di beni o servizi.
Possono quindi aprire una ditta individuale idraulici, muratori, pasticceri, elettricisti, fabbri, estetiste, grossisti, venditori porta a porta, ingegneri e via dicendo.
L’operato professionale è necessario che risulti sistematico e non sporadico. Un tratto che contraddistingue le realtà imprenditoriali da quelle amatoriali, in cui avviene una gestione integrata e coordinata delle risorse.
Come aprire una ditta individuale
Aprire un’impresa individuale non è difficile e presenta tempistiche piuttosto veloci.Risulta infatti la forma giuridica più rapida e semplice, nonché di quella in cui i costi appaiono più contenuti: non occorre nemmeno versare un capitale di rischio, ovvero la somma iniziale devoluta dai soci.
Gli obblighi che comporta l’avvio di una ditta individuale sono i seguenti:
- Apertura della partita IVA.
- Iscrizione al Registro delle Imprese e all’INPS.
Per particolari tipologie di ditta individuale si rivela necessario richiedere autorizzazioni a enti quali Comune e Questura. Nel dubbio, meglio rivolgersi agli organi competenti e informarsi sull’iter procedurale.
Inoltre, per alcune categorie professionali è richiesta l’apertura di una posizione INAIL che contempli un’assicurazione: è il caso, ad esempio, degli ingegneri che lavorano in ambito civile.
Infine, può rivelarsi necessaria la presentazione della Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) presso lo Sportello Unico delle Attività Produttive.
Come funziona l’apertura della partita IVA
In Italia vige l’obbligo di apertura di partita IVA quando l’attività viene effettuata in maniera abituale e continuativa.Per procedere in tal senso è necessario presentare regolare richiesta presso l’Agenzia delle Entrate tramite la compilazione del modulo apposito.
Tra i capi da sottoscrivere c’è il nome della ditta individuale e il codice Ateco, ovvero la categoria a cui appartiene l’impresa in base alla classificazione Istat.
La fatturazione elettronica nel caso di un'impresa individuale
Uno degli adempimenti più importanti a cui deve prestare attenzione chi apre una ditta individuale è quello di provvedere alla fatturazione elettronica.Ciò è obbligatorio dal 2019 per chi opera in regime ordinario e dal 1° luglio 2022 per i contribuenti a regime forfettario che nell’anno precedente hanno percepito ricavi o compensi superiori ai 25.000 euro. Dal 1° gennaio 2024 l’obbligo verrà esteso a tutti i contribuenti forfettari, indipendentemente dai ricavi o compensi percepiti.
Queste ultime due misure sono state introdotte nell’ambito dell’attuazione del PNRR. Il riferimento dal punto di vista normativo è il Decreto-Legge n.36/2022.
Pro e contro di una ditta individuale
Non diversamente dalle altre forme giuridiche l’apertura di una ditta individuale comporta vantaggi e svantaggi. Cominciamo con il soffermarci sui fattori a favore:- Il costo iniziale è basso.
- Vincoli burocratici ridotti ai minimi termini, sia rispetto alle formalità da conseguire durante la fase di avvio, sia in relazione agli oneri amministrativi.
- Per i lavoratori che sono le condizioni di attingere al regime forfettario gli obblighi fiscali sono alquanto contenuti.
- Non vi è alcuna condivisione insieme ad altre persone dei fattori decisionali: l’imprenditore non deve rendere conto a nessuno salvo che a se stesso. Ciò comporta una maggiore snellezza delle procedure decisionali.
- Se ad un certo punto si desidera liquidare l’attività la procedura è piuttosto semplice: è necessario chiudere la partita IVA, inviando le relative comunicazioni a INPS, INAIL e Camera di Commercio.
E gli svantaggi? Il principale è legato alla responsabilità illimitata da parte del titolare, il quale mette in gioco il proprio patrimonio personale. Un’eventualità da non sottovalutare in quanto può comportare oneri importanti in caso di fallimento.