“I talenti delle donne”
- 08 ottobre 2020 Dal Comune
La grande mostra di Carla Accardi dal 9 ottobre al Museo del Novecento
Settanta opere insieme a fotografie e documenti. È questa la grande mostra interamente dedicata a Carla Accardi (1924-2014), la prima astrattista italiana internazionalmente riconosciuta che a partire dal 9 ottobre sarà presente al Museo del Novecento. L’iniziativa, del Comune di Milano|Cultura, Museo del Novecento ed Electa, fa parte del palinsesto “I talenti delle donne”, promosso e coordinato dall’Assessorato alla Cultura che fino ad aprile 2021 proporrà iniziative multidisciplinari - dalle arti visive alle varie forme di spettacolo dal vivo, dalle lettere ai media, dalla moda alle scienze - dedicate alle donne protagoniste nelle arti e nel pensiero creativo. Si vuole proporre e rileggere personalità femminili del Novecento italiano, quali Margherita Sarfatti, Giosetta Fioroni e Adriana Bisi Fabbri, o la ricontestualizzazione storico-artistica di figure finora disattese ma di primaria importanza nella ricerca intermediale della seconda metà del Novecento, come Marinella Pirelli, Amalia del Ponte, Renata Boero. La mostra è curata da Maria Grazia Messina e Anna Maria Montaldo con Giorgia Gastaldon. Il materiale arriva dall’archivio Accardi Sanfilippo e riporta al centro dell’indagine espositiva il panorama e il contesto storico, sociale e politico con cui l’artista si è rapportata, ne rivela il vivace orizzonte visivo costellato di confronti linguistici, intrecciati spesso anche con artisti più giovani, restituendo il ritratto di una donna coraggiosa e sperimentatrice che, in un momento in cui le istanze della pittura erano di competenza pressoché maschile, ha ottenuto un grande riconoscimento internazionale. Il percorso comincia con una sala corale, dove si testimonia la scelta astrattista del gruppo Forma, seguita da un approfondimento sulla svolta di Accardi del 1953, quando iniziò la pittura in bianco su nero e la serie dei “Negativi”. La terza sala racconta del sodalizio con il critico internazionale Michel Tapié, che ebbe il suo culmine con le “Integrazioni” e i “Settori”, anticipazioni di un ritorno al colore, ottico e vibratile, vero protagonista delle opere segniche degli anni sessanta. Vi sono poi le ricerche di Accardi sui nuovi materiali - plastiche e colori fluorescenti - e lo sconfinamento spaziale, con installazioni e ambienti, oltre i lavori più concettuali legati alla sua militanza femminista. Si arriva agli anni ottanta, con il ritorno alla pittura, a materiali e tecniche meno artificiali, a una rivisitazione del proprio precedente repertorio segnico e dei propri riferimenti storici, Matisse a esempio, elementi che si prolungano nella ricerca di Accardi fino agli anni Novanta e Duemila, testimoniati nelle ultime due sale di questa ricca retrospettiva. Ad accompagnare la mostra vi è anche un catalogo della casa editrice Electa, con saggi che, in linea con il percorso, contribuiscono a definire il variegato contesto socio culturale in cui si realizzò l’artista.
Manuelita Lupo