Milano è Memoria. Domenica 25 novembre la città di Milano ha ricordato Lea Garofalo

Letture di brani e lettere al Monumentale, dove Lea Garofalo riposa, e poi una fiaccolata fino al Giardino comunitario di via Montello a lei intitolato. Assessora Romani: "Per Milano un dovere civile e morale commemorare Lea Garofalo"

Il 24 novembre del 2009, in un appartamento di piazza Prealpi, veniva assassinata Lea Garofalo, testimone di giustizia, madre di Denise ed ex compagna di Carlo Cosco, uomo della ‘ndrangheta e suo assassino.  
Anche quest’anno, nel quindicesimo anniversario della sua morte, la città di Milano ha ricordato questa donna, vittima di mafia e della violenza maschile.  
 
Domenica 24 novembre, alle ore 17 all’interno del Cimitero Monumentale – dove Lea Garofalo riposa – si è tenuto un momento di memoria promosso dal Monumentale e da Libera Milano, con l'introduzione e i saluti istituzionali dell'assessora ai Servizi civici e Generali Gaia Romani. 
La commemorazione è stata animata da letture di brani e lettere, che hanno ripercorso la vicenda umana di Lea Garofalo, prima da parte dell’attrice Gilberta Crispino e della regista Donatella Massimilla (entrambe del CETEC – Centro Europeo Teatro e Carcere), poi dei volontari e delle volontarie del Patto di Milano per la lettura. Le conclusioni saranno affidate al professore Nando Dalla Chiesa, presidente del Comitato Antimafia di Milano e presidente onorario di Libera. 
 
Alle ore 18, al termine della commemorazione, la consueta fiaccolata con arrivo presso il Giardino comunitario di viale Montello 3, dove si sono svolti gli interventi, tra gli altri, di Pietro Basile, referente milanese di Libera, di Alessandra Ceretti, sostituta Procuratrice della Repubblica, e di Vincenzo Strambio presidente dei Giardini in Transito APS.  
 
"Per Milano è un dovere civile e un obbligo morale ricordare la storia di Lea Garofalo – afferma l’assessora Romani –.  Una donna che per amore della libertà e di sua figlia Denise ha pagato con la sua stessa vita il coraggio di infrangere i codici di una cultura ‘ndranghetista, omertosa e profondamente maschilistaQuindici anni dopo il suo terribile assassinio e undici dopo i funerali che questa città le dedicò, il ricordo di Lea Garofalo, vittima due volte, della mafia e della violenza maschile, è vivo più che mai. E lo è soprattutto nel nostro impegno, quotidiano, contro ogni forma di criminalità organizzata e a difesa della legalità”.
Carla Bottini

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