Palazzo Marino
- 03 dicembre 2024 Dal Comune
Apre il 4 dicembre la grande mostra di Natale in Sala Alessi con "La Madonna di San Simone" di Federico Barocci
Il progetto si arricchisce quest’anno con l’iniziativa “Natale nei borghi”, un percorso in 18 tappe per conoscere il patrimonio culturale e artistico diffuso nei Municipi
Torna dal 4 dicembre la grande mostra di Natale a Palazzo Marino, l’appuntamento ormai tradizionale con la grande arte italiana e internazionale che ogni anno regala ai milanesi un’esposizione straordinaria, gratuita e allestita in Sala Alessi, il grande e storico salone di rappresentanza del Comune di Milano.
Per tutte le feste e fino al 12 gennaio 2025, i milanesi e i sempre più numerosi turisti potranno ammirare un grande capolavoro del Rinascimento italiano ed europeo, “La Madonna con il bambino e i santi Simone e Giuda”, nota come “La Madonna di San Simone” di Federico Barocci, una grande pala d’altare proveniente dalla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino.
“L’appuntamento natalizio con l’arte a Palazzo Marino è ormai un momento tradizionale per la città, un'occasione per avvicinarsi alla bellezza e alla devozione durante le festività. Quest’anno, con ‘La Madonna di San Simone’ di Federico Barocci, offriamo alla città un’opera straordinaria, che celebra la grande tradizione rinascimentale italiana, ammirata in ogni epoca da tutto il mondo. Grazie alla preziosa collaborazione con Intesa Sanpaolo, Rinascente e tutte le realtà che ci sostengono, questa mostra donata alla città diventa anche il simbolo dell'arte come strumento capace di unire risorse e comunità - dichiara l'assessore Tommaso Sacchi -. Lo stesso spirito si ritrova nell’iniziativa ‘Natale nei borghi’, che propone la medesima esperienza anche nei quartieri, valorizzando il patrimonio artistico diffuso e accompagnando i cittadini e le cittadine in una riscoperta delle nostre radici”.
“Intesa Sanpaolo è lieta di affiancare il Comune di Milano nella realizzazione della mostra a Palazzo Marino, un dono che ogni anno a Natale è offerto ai cittadini e ai turisti. In costante sinergia con le istituzioni pubbliche e private, la banca concorre a promuovere la conoscenza del patrimonio artistico che appartiene alla storia e all’identità del Paese. Testimonianza di tale impegno è l’esposizione che abbiamo inaugurato pochi giorni fa alle Gallerie d’Italia di Piazza Scala, attigue al palazzo comunale, dedicata alla città di Milano e al suo ruolo di grande centro di innovazione artistica e culturale" – dichiara Giovanni Bazoli, Presidente Emerito Intesa Sanpaolo.
“La collaborazione di Rinascente con il Comune di Milano prosegue con grande orgoglio per il decimo anno consecutivo - afferma, Pierluigi Cocchini, Amministratore Delegato Rinascente -. La mostra natalizia a Palazzo Marino, quest’anno dedicata all’opera 'La Madonna di San Simone' di Federico Barocci, è ormai un tradizionale appuntamento e siamo onorati di continuare ad esserne parte: sono le collaborazioni come questa che dimostrano l’impegno concreto di Rinascente sul territorio di Milano e di tutto il paese. Rinascente è una vera e propria casa di valori dove coesistono cinque pilastri, enunciati nel nostro manifesto Keep It Beautiful: rispetto, creatività, emozione, ricerca, diversità. La nostra missione è riuscire a continuare a essere un participio presente come il nostro nome evoca”.
Realizzata dal grande pittore urbinate tra il 1566 e il 1567, la pala monumentale (realizzata in olio su tela e su carta, cm 283x190) è stata una dei protagonisti della grande retrospettiva dedicata a Barocci al Palazzo Ducale di Urbino, dal 19 giugno al 6 ottobre scorso, e costituisce uno dei capolavori della Collezione della Galleria Nazionale delle Marche.
Federico Barocci (Urbino, 1533 – 1612) è erede diretto del classicismo di Raffaello (Urbino, 1483 – Roma, 1520) e la sua opera chiude idealmente la grande stagione rinascimentale e, allo stesso tempo, quella altrettanto straordinaria del ducato di Montefeltro, dominata artisticamente da nomi che hanno fatto la storia dell’arte come Piero della Francesca e Donato Bramante.
Definito dal Vasari “giovane di grande aspettazione”, fin da subito Barocci viene presentato come il nuovo Sanzio, tornato a riportare la gloria alla città ducale; ma, mentre Raffaello imbocca giovanissimo la via per Roma, Federico Barocci a trent’anni, dopo importanti soggiorni e commissioni a Roma, compie la scelta, inconsueta all’epoca, di restare nella sua città natale, lontana dai grandi centri culturali. Ciò nonostante, Barocci diviene interlocutore di papi, sovrani e imperatori, anche grazie alla mediazione del suo signore e amico, il duca di Urbino Francesco Maria II della Rovere. Diviene anche uno dei pittori prediletti da Federico Borromeo, cardinale e arcivescovo di Milano dal 1595, la cui passione per l’arte lo portò a rivolgersi a numerosi artisti stranieri per arricchire la sua collezione, contribuendo a fare di Milano una città inclusiva e aperta all’arte internazionale: ecco perché acquistò all’inizio del Seicento una splendida “Natività” di Barocci, che si può ammirare alla Pinacoteca Ambrosiana.
Il percorso artistico di Federico Barocci viene definito, attraverso quasi sei decenni di attività, dalle sue pale d’altare. Per il periodo storico, il numero delle pale realizzate da Barocci è “assolutamente eccezionale”, considerando anche il fatto che esse rappresentano la stragrande maggioranza della sua produzione artistica. Barocci ha in realtà eseguito anche affreschi, opere religiose, alcuni splendidi ritratti e un unico dipinto profano, ma è la trentina di pale d’altare a definire il profilo del suo lavoro.
Realizzata intorno al 1567, “la Madonna di San Simone” sovrastava l’altare della settima cappella della chiesa urbinate di San Francesco. La tela rappresenta San Giuda Taddeo, identificato con l’alabarda del suo martirio, alla destra della Madonna; San Simone, riconoscibile grazie alla sega usata dai suoi aguzzini per ucciderlo; e alla sinistra del gruppo principale la Vergine col Bambino. Straordinaria è la capacità del Barocci di evocare la tenerezza umana – appresa soprattutto da Correggio, in particolar modo nella figura della Vergine che insegna a suo figlio a leggere. Oltre ai soggetti sacri, appaiono in fondo a destra anche i ritratti dei committenti, donatori dell’opera alla Chiesa, i quali esprimono una grande vivida partecipazione alla scena sacra, simbolo di una devozione personale e collettiva.
I curatori dell’esposizione a Palazzo Marino, Luigi Gallo e Anna Maria Ambrosini Massari – gli stessi della grande monografica organizzata dal Palazzo Ducale di Urbino – affermano che: “l’opera in mostra a Milano, città con la quale l’artista ha intrattenuto importanti e continuativi rapporti per alcune opere, in particolare per la Fabbrica del Duomo, è un apice della prima maturità di Federico, al centro della costruzione del suo personalissimo stile, pieno di un dinamismo interno tutto emozionale, modulato con colori sensitivi, per intonare, francescanamente, un cantico all’armonia del creato: uomini, piante, animali. (…) Un’opera che parla al cuore, che tocca le corde affettive, che ci coinvolge con la sua impetuosa dolcezza, la sua amorevole gentilezza”.
L'esposizione è arricchita da un prezioso disegno autografo di Barocci, proveniente dal Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco, preparatorio per una figura di devota nella pala della “Madonna del Popolo,” dipinto oggi conservato agli Uffizi. Realizzato tra il 1575 e il 1579, il foglio offre la possibilità di immergersi nel processo creativo di Barocci, scoprendo le tecniche e i segreti dietro la realizzazione di uno dei suoi capolavori più ammirati. Si tratta infatti del frammento di un grande cartone, disegnato a carboncino e a gessetto bianco, dove i contorni della figura sono incisi con uno stilo per il ricalco della composizione direttamente sulla pala. Ora il disegno verrà esposto a Palazzo Marino, a pochi passi dal Palazzo Belgioioso, dove era conservato dalla fine del Settecento e fino al 1943, anno in cui fu donato alle collezioni civiche milanesi.
L’allestimento scenografico, concepito dall'architetto Franco Achilli e arricchito dalle illustrazioni di Carlo Stanga, offre ai visitatori un’immersione nel complesso intreccio di “relazioni e associazioni” che caratterizzavano la città di Urbino all’epoca di Barocci. Questo intreccio include il profondo legame culturale e artistico della città con l’artista marchigiano, così come il suo rapporto con Milano e l’influenza esercitata su di lui da Bramante. Barocci, infatti, riconosceva pienamente il valore simbolico e civile dell’architettura, inserendo nei suoi lavori i manufatti più iconici di Urbino, distintivi della città, come ambientazioni o scorci, all’interno delle sue opere. Il progetto grafico è stato curato da Paola Pellizzi.
Dal 10 dicembre, in sala Arazzi, accanto al tradizionale video che conclude la mostra natalizia di Palazzo Marino, quest’anno i visitatori potranno ammirare anche un prezioso Presepe napoletano del Settecento. Questa straordinaria opera, testimonianza dell’arte partenopea iniziata nel XVIII da Giuseppe Sanmartino, proviene dal Castello Sforzesco di Milano. Il presepe è composto da statuine, animali e accessori di varie dimensioni, disposti su una scenografia classico-popolare nota come "scoglio". Un meticoloso restauro eseguito nel 1999 ha permesso di identificare la mano di celebri plasticatori dell’epoca, tra cui Lorenzo Vaccano, Matteo Bottigliani, Giovanni Battista Polidoro, oltre ai seguaci di Sanmartino e Francesco Celebrano.
La mostra è a ingresso libero ed è aperta tutti i giorni dal 4 dicembre al 12 gennaio 2025. I visitatori saranno accolti da storici dell’arte, coordinati da Civita, che li accompagneranno in gruppi con visite guidate gratuite.
Quest’anno la grande mostra di Natale di Palazzo Marino si arricchisce con l’iniziativa “Natale nei borghi”, realizzata grazie alla collaborazione tra il Comune di Milano e l’Associazione Antichi Borghi Milanesi. L’obiettivo è non solo valorizzare i borghi come nuclei urbani, ma anche far scoprire, attraverso percorsi culturali, opere d’arte figurativa custodite negli edifici religiosi che caratterizzano i diversi quartieri della città: chiese, santuari, abbazie e oratori, con particolare attenzione ai soggetti relativi alla Natività, all’adorazione dei Magi e alle figure della Sacra Famiglia dal Medioevo a tutto il Novecento. Dal 14 dicembre al 5 gennaio sarà possibile partecipare a visite guidate gratuite organizzate in 18 siti individuati all’interno dei nove Municipi, un’occasione per valorizzare i borghi e rivelare i tesori artistici che rappresentano una parte significativa del patrimonio culturale cittadino.
Tra questi, una copia della “Circoncisione di Gesù”, la pala d’altare realizzata proprio da Federico Barocci nel 1590 per l’altare maggiore della chiesa del Nome di Dio a Pesaro, la cui versione originale è conservata al Louvre di Parigi. Sarà possibile ammirare il dipinto custodito nel civico Tempio di San Sebastiano, in via Torino 28, la chiesa di proprietà del Comune, unica in città nella sua forma perfettamente cilindrica a cupola, progettata nel 1576 da Pellegrino Tibaldi e di cui sono appena terminati i lavori di restauro degli affreschi della cupola e degli interni, realizzati sotto il coordinamento della Presidenza del Consiglio comunale.
La mostra “Federico Barocci, La Madonna di San Simone” è promossa e prodotta dal Comune di Milano grazie al contributo di Intesa Sanpaolo, partner istituzionale che da anni, insieme al sostegno di Rinascente, affianca l’Amministrazione in questo progetto annuale.
La mostra è curata da Luigi Gallo e Anna Maria Ambrosini Massari, mentre l’organizzazione è affidata a Civita Mostre e Musei. Accompagna la mostra un catalogo edito da Skira.
Tutte le informazioni su www.comune.milano.it/