MILANO - NATALE 2021
- 24 dicembre 2021 Editoriali
Guardando la mia città
Sapete, vedo tanta confusione, tanto caos nella Nostra Milano. Impalcature ovunque, deiezioni canine in ogni dove, dehors in mezzo alla strada e l'anarchia di cicli, motocicli, automobili, monopattini che obbligano il pedone a una costante vedetta. Vedo un'irrazionale aggressività serpeggiare per le strade e attaccare la propria immagine riflessa. Vedo la miseria dell'anziano lumbard che rovista nei cestini dopo i mercati rionali e quella dello straniero che intirizzito sosta dinnanzi alle eleganti caffetterie. Vedo torri scintillanti sorgere di continuo seppellendo la nostra storia ed elitari investimenti promettere un ipocrita benessere generale. Vedo milanesi costretti ad abbandonare la propria casa dopo generazioni perché la loro zona è stata fagocitata dall'infida riqualificazione edilizia. Vedo ragazzi, sottopagati o pagati in nero, lavorare con orari da pre rivoluzione industriale mentre ci ingozzano come oche da foie gras nella Milano del food; e il contrasto, con questa ormai smodata quantità di cibo, contrapposto alle file a perdita d'occhio di gente in attesa dell’unico pasto caldo della giornata mi causa un'incontrollabile nausea. Vedo l'isolamento e la sommessa infelicità dei milanesi continuare a nutrirsi di prodotti e tecnologia mentre una spietata fame di passione e pensiero li costringe a una dolente bulimia emozionale. Li vedo comunicare, chini su uno schermo, con un mondo che non vedono e non conoscono più ma che sarebbe in grado di donar loro la serenità che tanto agognano se solo rialzassero lo sguardo. Vedo svanire nelle nebbie del tempo la meravigliosa saggezza popolare delle cà de ringhera e insaziabili speculatori, senza passato e senza terra, soppiantare l'illuminata imprenditoria meneghina che incessantemente produceva senza mai scordare la dignità dei propri collaboratori.
In tutto ciò non riesco più a scorgere la Milano a due velocità di una volta perché di velocità ne è rimasta soltanto una; quella che solo alcuni possono permettersi. Tutti gli altri rimangono e rimarranno giù dal treno perché non potranno mai permettersi il prezzo del biglietto.
Dicono che dal caos poi si generi l’armonia ma, sta volta, faccio fatica a crederci; non mi era mai accaduto. Questa pandemia ha forse accelerato solo l'inevitabile: una società ultra connessa, del tutto e subito (ma che importa del come), che svende emozioni, intelletto e anima a un narcisistico dio che mai la appagherà.
Ma a Natale ancora è consentito sognare e sperare. E io spero. Spero nella Mia, nella Nostra Milano.
Spero che l'artigiano, che ogni giorno con le sue mani crea armonia e bellezza uniche e irripetibili, venga pienamente apprezzato e riconosciuto nell'insulso mercato globale della produzione in serie; spero e prego(laicamente), per l'eroico imprenditore che, nonostante i debiti, si priva del sonno la notte per non lasciar a casa nemmeno uno dei suoi dipendenti; spero nel novantenne battagliero e nel suo ancor più agguerrito giovane nipote che, nella loro bottega storica, non cedono le armi all'ennesima attività fatta di un nulla shakespeariano. Parteggio per Le Sciure di San Protaso al Lorenteggio che, in quelle millenarie quattro mura, perpetuano la nostra storia rammentandoci quanto eravamo grandi, ostinatamente diversi ma sempre e realmente vicini gli uni con gli altri. Sarò incessantemente dalla parte della milanese e il milanese X che nell'encomiabile decenza del silenzio quotidiano, dimostrano genuina gentilezza e sincera empatia verso perfetti sconosciuti, senza sentire mai il bisogno dell'infantile e mercificata approvazione social.
Spero che ogni singolo gesto di calore umano, sempre più difficile da intravedere in questa fredda babele tecnologica, diventi il nostro futuro. L'unico possibile. Perché nei miei concittadini, storditi da un mondo che non comprendono e forse non condividono, scorgo ancora la scintilla di quella millenaria umanità che li ha sempre contraddistinti. Spero in loro. Spero nella mia città. Spero in una Milano che non sia una fra tante ma una su tutte.
Dalla redazione di Vivere Milano, un sentito Buon Natale.
Riccardo Rossetti