La Pietà Rondanini esposta al Castello Sforzesco.
- 17 marzo 2015 Eventi
A Milano da sessant'anni e molti neanche lo sanno né l'hanno mai vista: e adesso, questione di poche settimane, la Pietà Rondanini, capolavoro scultoreo di Michelangelo, trasloca.
Poco lontano per fortuna, in un nuovo allestimento che vuole valorizzarla insieme a una parte di castello anch'essa sconosciuta ai più. Dalla Sala degli Scarlioni verso l’ex Ospedale degli Spagnoli, un paio di sale precedentemente adibite a magazzino che un restauro costato 2 milioni e 100mila euro restituisce oggi al Castello e alla città. Ed è qui che a metà aprile il complesso marmoreo sarà spostato, inserito in una struttura realizzata da una ditta giapponese che attutirà le vibrazioni causate dalla vicina linea della metropolitana.
Originariamente si pensava di realizzare una sala conferenze in questi spazi, ma poi si è deciso per il museo - ha spiegato l'architetto Silvia Volpi, mentre l'assessore ai Lavori Pubblici Carmela Rozza racconta che - passare dalla destinazione per la sala conferenze a questa ha comportato una marea di modifiche, ogni volta dando una giustificazione all'autorità anti-corruzione. Spiegheremo e abbiamo spiegato le modifiche, come per esempio l'aggiunta del rafforzamento della base sotto statua.
La 'Pietà Rondanini' si presenterà di spalle ai visitatori che a partire dal 2 maggio entreranno nel nuovo allestimento, e che per vedere la scultura dovranno girarle attorno: È un piccolo percorso emozionale - commenta Carmela Rozza annunciando che il capolavoro riapparirà in pubblico il 2 maggio, giorno dell’apertura del programma di “Expo in città”, collocata appunto su un basamento high tech antisismico all’interno di un allestimento curato dall'architetto Michele De Lucchi, autore anche del restauro dell’ex Ospedale che ospiterà un vero museo dedicato all’opera ultima e incompiuta di Michelangelo.
Per il direttore della soprintendenza del castello Claudio Salsi, gli spazi posseggono un'armonia decorativa semplice, ma di una certa raffinatezza. Eravamo convinti di entrare in un rudere e invece siamo in sala di una certa nobiltà. Il restauro è stato molto impegnativo ma affascinante - ha spiegato Volpi - Si tratta di spazi poco noti, studiati per la prima volta nel 2001. Per l'assessore Del Corno - l'ambiente è stato restituito alla città e alla sua consapevolezza, ma gli occhi andranno tutti alla statua, e all'aura che esprimerà in questo luogo particolare. È stato realizzato un incontro che può solo aumentare il senso dell'opera.
Le sale, che si trovano sul lato ovest della piazza d'armi del castello, durante la dominazione spagnola di Milano, ospitavano infatti l'ospedale delle milizie e furono decorate, nel 1576 (la data è graffita su un muro), con affreschi che coprono il soffitto e parte delle pareti. Lo spazio è organizzato in tre campate, ognuna divisa in quattro vele da una volta a crociera: dodici triangoli decorati con ghirlande, frutti e medaglioni che un tempo ospitavano le immagini degli apostoli. Sempre sul soffitto, un cartiglio contiene un'antica versione del "Credo" cattolico, mentre sulle pareti sono raffigurati l'emblema della casa reale spagnola, dei governatori Padilla e Mendoza che dominarono Milano e alcune strutture architettoniche. Anche il posizionamento della statua nella sala non è casuale: il complesso scultoreo che raffigura il Cristo morto tra le braccia di Maria si trova esattamente sotto alle parole del Credo che, nel cartiglio sul soffitto, alludono alla resurrezione della carne.
Il viaggio della Pietà comporterà la temporanea chiusura della sala per consentire una serie di accertamenti tecnici e lavori di monitoraggio sulla scultura michelangiolesca che sarà successivamente imbragata e assicurata all’interno di una gabbia tecnologica studiata per vincolarla su tutti i lati e proteggerla nella delicata fase del trasferimento.
A.Pozzi