Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo. Capolavori dal Museo Boijmans van Beuningen

Al Mudec i Surrealisti del Museo Boijmans van Beuningen di Rotterdam

Aprirà al pubblico domani al Museo delle culture di Milano (Mudec) la mostra "Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo. Capolavori dal Museo Boijmans van Beuningen", che presenta oltre 180 opere tra dipinti, sculture, disegni, documenti e manufatti provenienti dalla collezione di uno dei più importanti musei dei Paesi Bassi, in dialogo con alcune opere della collezione permanente del Museo delle culture.

Promossa dal Comune di Milano – Cultura e prodotta da 24 ore cultura – Gruppo 24 ore, la mostra è stata realizzata grazie ai prestiti del Museo Boijmans van Beuningen (Rotterdam, Paesi Bassi) e a Fondazione Deloitte, partner della mostra. La curatela è affidata alla storica dell'arte Els Hoek, curatrice del museo, con la collaborazione di Alessandro Nigro, professore di Storia della critica d'arte presso l'Università di Firenze.  

"Il Mudec prosegue nel lavoro di tessitura che collega la creatività moderna e contemporanea alle diverse culture del mondo – ha dichiarato l'assessore alla Cultura Tommaso Sacchi –. Il particolare taglio curatoriale della mostra connette infatti un movimento artistico, capace di conquistare artisti che hanno contribuito a scrivere la storia dell'arte italiana ed europea, alla creatività di popoli lontani nello spazio e nel tempo, andando all'origine della necessità dell'arte, che è diversa ma simile in ogni luogo e in ogni epoca".  

Era il primo dicembre 1924 quando a Parigi il poeta André Breton pubblicava la sua raccolta di prose “Poisson soluble", la cui introduzione sarebbe diventata il Primo Manifesto del Surrealismo, inaugurando ufficialmente la più onirica tra le avanguardie del XX secolo. I Surrealisti cercarono di esplorare la realtà oltre i limiti imposti dalla ragione, espandendola oltre i suoi confini fisici per attingere a una dimensione più piena dell'esistenza: la “surrealtà". 

Il Museo Boijmans Van Beuningen possiede una collezione di arte surrealista famosa in tutto il mondo, che annovera tra gli altri artisti come Salvador Dalí, Max Ernst, René Magritte e Man Ray. Oltre a dipinti, oggetti e opere su carta, la collezione comprende numerosi libri rari, periodici e manifesti di artisti e scrittori surrealisti. La mostra fornisce quindi al pubblico una visione a 360 gradi dell'universo surrealista, proponendo opere di artisti famosi ma anche meno conosciuti, pubblicazioni e documenti storici.  

La scelta di curare una mostra per il Mudec ha portato Els Hoek, la curatrice del Museo olandese, a una selezione mirata della collezione con un focus particolare sull'interesse dei surrealisti per le culture native. La loro critica alla cultura e alla società occidentale industrializzata spinse infatti questi artisti a cercare modelli alternativi, e questa ricerca portò Breton e i suoi a studiare e collezionare gli oggetti etnografici, che entrarono a far parte dell'orizzonte concettuale del movimento. Alessandro Nigro, co-curatore della mostra, ha quindi sviluppato il fil rouge del percorso espositivo sul rapporto tra il surrealismo e le culture native, al quale è dedicata un'ampia sala in cui sono esposte opere della collezione permanente del Mudec provenienti da Americhe, Africa, Artico canadese e dalla Papua, in dialogo con artisti quali Tanguy, Masson, Carrington e Lam.

Ogni sezione è introdotta da una scultura chiave o un oggetto iconico, che parla al visitatore evocando il tema a cui la sezione stessa è dedicata, e da una citazione che racconta e ricorda al pubblico come il surrealismo fu anche manifesto filosofico, pensiero poetico, sguardo incantato su una realtà "altra".

Le sezioni sono arricchite da un apparato multimediale che completa il quadro del racconto. Nelle sale verranno proiettati anche spezzoni di film d'epoca che hanno rivisitato la poetica surrealista contribuendo a formare nella società un nuovo modo di approcciarsi alla realtà: da capolavori come Entr'acte (1924), cortometraggio di Rene Clair, a Spellbound di Alfred Hitchcock, del 1945.
Margherita Sacco

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