LA POLITICA, LA RELIGIONE E... LA POVERTA'
Da Spartaco ai migranti: Quale la missione degli ultimi?
Martedì 9 aprile alle Acli, a Milano, la prima presentazione pubblica di “Poveri e capitale”, il saggio di Paolo Sorbi prefato da Mario Tronti. Con Paolo Petracca, don Virginio Colmegna, Marco Roncalli e Maria Medici.
“La storia dei poveri è di ben più lunga durata della storia moderna del capitale. Paolo Sorbi lo sa e affonda e allunga lo sguardo in tempi che potremmo dire biblici, tanto da fare dei poveri, delle loro sofferenze e soprattutto delle loro lotte, una sorta di regolarità della vicenda umana. Ma non c’è traccia nel libro di filosofia della storia. Gli strumenti di ricerca sono, vogliono essere, quelli propri delle discipline scientifiche: la sociologia, l’antropologia, la psicologia. Scienza, però, con misura: perché quello che muove poi l’intero discorso è la passione politica dell’autore, la sua scelta di campo, il punto di vista che non nasconde la sua parzialità, nobilitato qui da una teologia politica del cattolicesimo sociale. Discorso dunque, ricerca, analisi, narrazione, non sui poveri, ma dalla parte dei poveri...”. Così Mario Tronti nella sua prefazione al nuovo libro del sociologo Paolo Sorbi, “Poveri e capitale”, sottotitolo “La povertà nella politica” (pagg. 176, euro 14, Scholé-Morcelliana). L’opera viene presentata in anteprima a Milano martedì 9 aprile alle ore 18:00 all’Auditorium Clerici, in via della Signora n.3, presso la sede delle Acli milanesi che promuovono l’evento insieme all’editrice Morcelliana che recentemente ha acquisito anche il marchio Scholé. Insieme all’autore interverranno Paolo Petracca, presidente Acli Milanesi; don Virginio Colmegna, presidente fondazione Casa della Carità; il giornalista Marco Roncalli, responsabile dei rapporti con le Università e la Stampa di Morcelliana e Scholé; Maria Medici, presidente associazione culturale “Italia che verrà”. Il saggio di Sorbi - tra i protagonisti del movimento di lotta antiautoritario degli studenti di Sociologia di Trento, poi professore straordinario di Sociologia, per quasi quindici anni, all’Università Europea di Roma, nonché direttore del Centro di Ricerche di psicologia politica e geopolitica, oggi fautore di nuove alleanze fra credenti e non credenti - vuole abbracciare una storia che dagli schiavi dell’antica Roma, crocefissi sulla via Appia, arriva ai corpi anonimi dei migranti di oggi sepolti nel cimitero del Mar Mediterraneo. Insomma, dall’antico grido di libertà del gladiatore e schiavo ribelle Spartaco alle nuove lotte nelle fabbriche moderne, passando in rassegna secoli di storia della povertà.
. Di quei poveri che si auto-organizzano per liberarsi dallo sfruttamento, per il potere dei poveri, dei proletari, fino a uccidere e uccidersi tra loro, come testimonia la storia. I conflitti dei poveri sono descritti attraverso le storie di insurrezioni medievali, rivolte, manifestazioni, proteste, di atti di pace, dialogo ed episodi come le guerre dei contadini durante la Riforma protestante tra fine Quattrocento e Cinquecento, le dinamiche dei rivoluzionari del 1789 a Parigi, dei proletari nella Russia del 1917. Non una sola storia, ma differenti interpretazioni. L’analisi viene condotta alla luce delle scienze umane: vengono descritti i complessi meccanismi della psicologia politica e dei raccordi con la sociologia nei processi di urbanizzazione e secolarizzazione, con la genesi antropologica del “capro espiatorio”.