In Giappone una persona che non riesce a continuare qualcosa che ha cominciato viene chiamata mikka-bozu (quello che smette dopo il terzo giorno), infatti la saggezza tradizionale insegna che per continuare a praticare un’attività intrapresa, bisogna riuscire a continuarla oltre il terzo giorno. Per qualche ragione sembra che intorno al quarto giorno ci sia sempre una caduta della motivazione, e questo indipendentemente da cosa si sia cominciato. Quando ci accingiamo a dedicarci a qualcosa di nuovo ne vediamo solo il lato luminoso e non immaginiamo gli aspetti critici che rimangono in ombra inizialmente: il lato negativo viene fuori solo quando l’interesse comincia a calare. Questo non denota un carattere debole, mancante di volontà e perseveranza, ma semplicemente mostra che la mente umana ha una natura duplice, che agisce come un meccanismo di sicurezza. Se dovessimo tener fede a tutte le decisioni prese rischieremmo di perseverare anche quando ci accorgiamo di aver commesso un errore. Quindi è una buona risorsa il fatto che ogni volta che prendiamo una “ferma decisione” sono sempre presenti altre ragioni per poter tornare indietro e riesaminarla. Ecco perché, indipendentemente da quanto siamo determinati, abbiamo sempre a disposizione una “valvola di sicurezza” che ci consente di lasciare una volta scoperto che non era la strada per noi. La “consolazione” per chi, come noi, organizza attività apparentemente non indispensabili ma che hanno il pregio di fornire a chi le pratica un supporto fatto di consapevolezza, flessibilità, ascolto per migliorare la propria capacità di resistenza, consiste nell’aver verificato da anni che quando una persona prova una nostra proposta per qualche tempo, capisce subito se e come le può giovare. Per maggiore sicurezza, comunque, consentiamo sempre di recuperare la spesa stanziata in qualunque altro modo la persona ritenga più utile ai suoi fini, oltre a incoraggiare le prove libere su ogni attività.